Infezioni batteriche come causa di embriopatie e fetopatie

Non solo i virus possono interrompere il normale corso della gravidanza e portare a disturbi dello sviluppo o persino a deformità fetali. Oltre a questi, l'embriopatia e la fetopatia possono essere causate anche da batteri appartenenti a gruppi diversi. Il primo, che prenderemo in considerazione, è costituito da batteri appartenenti al gruppo "settico". Si dividono, a loro volta, in microrganismi Gram-positivi e Gram-negativi. Tra i Gram-negativi, è importante menzionare Escherichia coli, Proteus e Klebsiella, che molto spesso causano malattie renali e delle vie urinarie (pielonefrite, cistite, pielite, ecc.) nelle donne in gravidanza.

Anche i microrganismi Gram-positivi, tra cui stafilococchi, streptococchi, pneumococchi, ecc., causano molto spesso embriopatie. Questi microrganismi penetrano nella placenta da focolai cronici di infezione: carie dentale, tonsillite cronica (infiammazione delle tonsille), adenoidi, sinusite e sinusite frontale (infiammazione dei seni paranasali), infiammazione degli annessi uterini, appendicite cronica, pielonefrite, ecc. Oltre alla placenta, questi patogeni possono penetrare nell'utero attraverso la vagina e poi attraverso il canale cervicale.

Pertanto, le fetopatie causate da microrganismi "settici" si dividono in precoci (derivanti dal loro passaggio attraverso la placenta tra il 4° e il 7° mese di gravidanza) e tardive (tra l'8° e il 10° mese). L'infezione nel periodo precoce può provocare aborti spontanei, mentre in quello tardivo può provocare morte fetale o parto prematuro; i bambini possono anche nascere con segni di infezione intrauterina.

Nei neonati, l'infezione intrauterina si manifesta solitamente sotto forma di polmonite, otite, meningite, dermatite (lesioni cutanee) o sepsi.

Torniamo ora alle infezioni ascendenti. In primo luogo, si tratta di malattie infiammatorie croniche della vagina e della cervice (vaginite, colpite, cervicite), in secondo luogo, di un aumento a lungo termine della pressione intrauterina (il cosiddetto aumento del tono uterino), e in terzo luogo, di una carenza di vitamina C nell'organismo. Inoltre, l'infezione si osserva più spesso nelle donne anziane primipare, nelle donne che hanno partorito più figli, con polidramnios, con anomalie nello sviluppo dell'utero (utero bicorne, a sella, ecc.), con dilatazione del canale cervicale (insufficienza istmo-cervicale). In questi casi, l'infezione del feto non si verifica immediatamente. Di solito, i batteri raggiungono il feto per via ematogena, colpendo inizialmente i vasi della placenta e del cordone ombelicale, ma possono anche entrare nell'organismo del feto quando l'acqua viene ingerita, penetra nelle vie respiratorie, attraverso la congiuntiva o la pelle. Poiché l'infezione si verifica in questo caso immediatamente prima o durante il parto, il bambino può nascere apparentemente sano. Tuttavia, dopo un certo tempo, iniziano le manifestazioni cliniche dell'infezione. Il bambino diventa irrequieto, rifiuta di allattare, può avere attacchi di soffocamento (asfissia o apnea), durante i quali assume una colorazione bluastra, e possono comparire disturbi neurologici, clinicamente simili a quelli del trauma da parto. Successivamente, i sintomi diventano più specifici e si iniziano a distinguere varie forme di infezione iniziale o generalizzata (polmonite, meningite, otite, sepsi).

Per quanto riguarda le statistiche, l'infezione batterica è causa di morte del feto e del neonato nel 5-20% dei casi, e forse anche di più.

Tenendo conto di tutto quanto sopra, ai fini della prevenzione è necessario disinfettare tempestivamente tutti i possibili focolai di infezione cronica: curare o addirittura asportare i denti cariati, far curare dall'otorinolaringoiatra le tonsille infiammate, i seni mascellari e altri seni paranasali, eliminare le infiammazioni degli annessi uterini, le pielonefriti, le cistiti, ecc.

Una delle cause dei disturbi dello sviluppo fetale è la listeriosi. La listeria è un microrganismo che entra nel corpo umano più spesso attraverso la bocca. Può causare malattie gastrointestinali, colpire i tessuti ghiandolari, l'apparato genitourinario, le articolazioni, ecc. Ma la cosa principale è che può persistere nell'organismo per lungo tempo. E dato che l'organismo delle donne incinte "ama" di più la listeria (una sorta di tropismo della listeria per l'apparato genitourinario delle donne incinte), la listeriosi durante la gravidanza si verifica ancora più spesso di quanto venga diagnosticata.

Dopo l'ingresso della listeria nel corpo di una donna incinta, si sviluppa un quadro clinico (solitamente pielonefrite, cistite, pielite, colpite, ecc.). I batteri vengono trasportati in tutto il corpo dal flusso sanguigno e possono penetrare attraverso la placenta fino al feto.

Se l'infezione si verifica all'inizio della gravidanza, il più delle volte porta alla morte del feto e all'aborto spontaneo. Se le gravidanze precedenti di una donna si concludono spesso in questo modo, questo dovrebbe allertare i medici che dovrebbero visitare la donna per la listeriosi.

Se l'infezione si verifica più avanti durante la gravidanza, il bambino nasce con manifestazioni cliniche di listeriosi intrauterina: varie eruzioni cutanee (polimorfiche) sulla pelle, nella faringe, nella laringe (solitamente emorragiche), sulle tonsille, ingiallimento della pelle; fegato e milza ingrossati. Quasi sempre, questi neonati presentano segni di polmonite e ictus. Nei casi più gravi, possono comparire sintomi di meningite.

Poiché il principale "serbatoio" di listeria in natura sono gatti, cani, roditori e altri animali (la malattia è una zoonosi), la base della prevenzione può essere considerata il rispetto delle norme e misure igienico-sanitarie di base, come ad esempio: lavarsi le mani con il sapone dopo il contatto con gli animali. In generale, le donne in gravidanza che non hanno manifestato in precedenza manifestazioni cliniche di listeriosi (aborto spontaneo, pielonefrite, cistite, ecc.) dovrebbero evitare il contatto con qualsiasi animale, soprattutto se questi vagano liberamente per strada, nei boschi, ecc. Si dovrebbe anche evitare di consumare latte crudo o carne non sufficientemente cotta.

Se una donna incinta ha avuto in precedenza aborti spontanei ripetuti, malattie renali o dell'apparato riproduttivo, ha avuto stati febbrili poco chiari, ha avuto nati morti o i bambini sono morti subito dopo il parto, allora è meglio per queste donne sottoporsi a un ciclo di trattamento preventivo con antibiotici, il cui tipo, dosaggio e durata d'uso sono determinati dal medico.

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