Pirolisi a microonde: una nuova tecnologia per il riciclaggio dei rifiuti

Imballaggi in laminato di plastica e alluminio: la maggior parte delle persone dirà di non aver mai sentito parlare di questo tipo di imballaggio, ma quasi tutti lo hanno incontrato nella vita quotidiana. Questo tipo di imballaggio è stato a lungo utilizzato per produrre tubetti di dentifricio, ma negli ultimi anni è stato utilizzato attivamente anche per bevande, prodotti alimentari o alimenti per animali domestici.

Attualmente, questo tipo di imballaggio si colloca al terzo posto, dopo le bottiglie di alluminio e di plastica. L'unica cosa che distingue gli imballaggi laminati dagli altri tipi di imballaggio è l'assenza di un'indicazione che indichi la possibilità di riciclo.

Ma per i produttori è l'imballaggio laminato in plastica e alluminio ad essere estremamente attraente, poiché la sua produzione richiede poca energia, è leggero, il che riduce i costi di trasporto e questo tipo di imballaggio offre una buona protezione dalla luce e dagli effetti negativi dei fattori esterni.

Ogni anno la popolarità di questo tipo di imballaggio aumenta del 10-15%, poiché non vi sono reali ragioni per abbandonarlo.

Vale la pena notare che nel Regno Unito ogni anno vengono utilizzate oltre 170.000 tonnellate di laminato per produrre tali imballaggi, di cui 17.000 tonnellate di alluminio finiscono sottoterra.

L'idea di riciclare tali imballaggi è venuta al Dr. Carlos Ludlow-Palafox dell'Università di Cambridge. Nel 1997, il professore sentì la storia di un panino al bacon conservato troppo a lungo in un forno a microonde, che trasformò il cibo in carboni ardenti. Nel forno a microonde si verificò un processo di pirolisi, innescato dalle radiazioni a microonde. Sotto l'influenza delle alte temperature, i materiali organici si decomposero. Durante il processo di pirolisi, il metallo che compone il materiale fu rilasciato.

Il lavoro di Carlos è iniziato inserendo carbone granulare e un pezzo di imballaggio laminato in un normale forno a microonde, dopodiché ha sostituito l'aria all'interno del forno con azoto. Quindi ha acceso il forno alla massima potenza (1,2 kW) e, dopo circa 2 minuti, quando la temperatura interna ha raggiunto i 600 °C, il laminato ha iniziato a separarsi in oli, carbone gassoso e scaglie di alluminio.

Ora, 15 anni dopo, i ricercatori hanno deciso di testare il metodo in un impianto a Lutten, nel Regno Unito. L'impianto utilizza un principio simile a quello di un forno a microonde convenzionale, con l'unica differenza che il forno dell'impianto ha una potenza di 150 kW.

L'intero processo, che converte gli imballaggi in alluminio e idrocarburi, dura tre minuti e non rilascia emissioni tossiche nell'atmosfera. L'alluminio ottenuto in questo modo può essere utilizzato per un'ulteriore rifusione e gli idrocarburi per la produzione di carburante.

Questo impianto di riciclaggio dei rifiuti è in parte sponsorizzato da grandi colossi alimentari ed è già pronto per iniziare i lavori di riciclo degli imballaggi laminati. Secondo le stime, l'impianto sarà in grado di riciclare oltre 2.000 tonnellate di imballaggi all'anno, essendo completamente autosufficiente e producendo energia a sufficienza. Inoltre, è già stato stipulato un accordo con i produttori di imballaggi laminati in plastica e alluminio per il riciclo dei rifiuti industriali, mentre il costo per i produttori di inviarli all'impianto di riciclo sarà inferiore a quello dello smaltimento in discarica.

Il lavoro dei ricercatori non si ferma qui. Il gruppo di Carlos sta già testando diversi materiali sottoponendoli a pirolisi a microonde.

[ 1 ], [ 2 ], [ 3 ]