Un altro studio confuta il beneficio degli integratori di omega-3 nella sindrome dell'occhio secco

Secondo i risultati di uno studio randomizzato condotto in Corea del Sud, gli integratori con trigliceridi di acidi grassi omega-3 riesterificati non hanno migliorato i sintomi della sindrome dell'occhio secco associata alla disfunzione della ghiandola di Meibomio, aggiungendosi a un crescente corpus di prove contro questa popolare terapia.

Le variazioni dell'indice di malattia della superficie oculare (OSDI) dal basale a 6 e 12 settimane sono state pari a -20,5 e -22,7 nel gruppo trattato con acidi grassi omega-3 e a -15,1 e -18,8 nel gruppo di controllo trattato con olio di vinaccioli (rispettivamente P=0,12 e P=0,28), hanno riferito Jun Young Hyun, MD, PhD, della Seoul National University nella Repubblica di Corea, e colleghi su JAMA Ophthalmology.

Non si sono verificati cambiamenti nella sicurezza o effetti avversi con l'integrazione alimentare in entrambi i gruppi.

"Non credo che funzionino", ha affermato Penny A. Asbell, MD, MBA, dell'Università del Tennessee Health Sciences di Memphis. Asbell, non coinvolta nello studio attuale, ha guidato lo storico studio DREAM, che non ha riscontrato alcun beneficio dagli acidi grassi omega-3 derivati dal pesce rispetto a un placebo a base di olio d'oliva in pazienti con sindrome dell'occhio secco da moderata a grave.

La sindrome dell'occhio secco potrebbe essere uno dei motivi più comuni per cui i pazienti si sottopongono a visite oculistiche, sebbene sia difficile tracciarne i numeri esatti perché non sempre è documentata nelle cartelle cliniche, ha spiegato Asbell. Sebbene alcuni pazienti riferiscano dolore e problemi di vista, "descrivono in modo diverso la sensazione di malessere visivo".

Le lacrime artificiali sono un trattamento antico e collaudato, ma non sempre risolvono il problema, ha osservato Asbell. Sono disponibili diversi farmaci approvati dalla FDA, inclusi immunomodulatori che riducono l'infiammazione sulla superficie oculare, e molti altri sono in fase di sviluppo.

I ricercatori studiano da anni gli integratori di omega-3 per la sindrome dell'occhio secco, ha aggiunto Asbell, notando che spesso i pazienti preferiscono assumere integratori di olio di pesce da banco perché credono che siano un prodotto naturale, ma gli studi ne hanno ripetutamente messo in dubbio il valore.

Hjon e colleghi hanno avviato questo studio come follow-up dello studio di Asbell del 2018. Hanno notato che gli studi hanno mostrato risultati contrastanti sugli acidi grassi omega-3 per la sindrome dell'occhio secco, evidenziando uno studio del 2016 che ha riscontrato un beneficio dagli acidi grassi omega-3 riesterificati.

In un articolo di commento su invito, Ian J. Saldanha, MBBS, MPH, PhD, della Johns Hopkins School of Public Health di Baltimora, ha osservato che i risultati dello studio sono "generalmente coerenti con la maggior parte dei dati esistenti".

Tuttavia, ha osservato che i ricercatori hanno collegato alcuni risultati secondari, come i cambiamenti nella teleangectasia della palpebra superiore e inferiore e il grado di epiteliopatia del margine palpebrale, agli integratori di omega-3, il che suggerisce che dosi più elevate potrebbero essere benefiche.

"In sintesi, potrebbero essere necessari ulteriori studi prima di giungere a una conclusione definitiva in questo ambito e prima che il capitolo sull'integrazione di acidi grassi omega-3 per i pazienti affetti da sindrome dell'occhio secco evaporativo sia completamente chiuso", ha scritto Saldanha.

Da parte sua, Asbell ha affermato che il nuovo studio sembrava ragionevole, ma si è chiesta perché il gruppo di controllo fosse costituito da olio di vinaccioli, che gli autori affermano abbia proprietà antiossidanti e possa proteggere l'occhio dallo stress ossidativo. Ha anche messo in dubbio che i partecipanti allo studio assumessero una quantità sufficiente di acidi grassi omega-3 dalla loro dieta, e ha osservato che la sindrome dell'occhio secco è di per sé difficile da misurare.

Se i pazienti affetti da secchezza oculare desiderano provare gli integratori di omega-3, ha affermato Asbell, i rischi sono limitati, a parte il sanguinamento associato a dosi elevate, e potrebbe esserci un effetto placebo benefico. Ha anche osservato che i pazienti dovrebbero assumere diverse capsule grandi al giorno per raggiungere le dosi raccomandate.

Per questo studio parallelo in doppio cieco, i ricercatori hanno reclutato 132 pazienti con occhio secco associato a disfunzione delle ghiandole di Meibomio in sette centri da settembre 2020 a gennaio 2023. L'età media dei partecipanti era di 50,6 anni e il 78% erano donne. I punteggi OSDI medi basali per i gruppi trattati con acidi grassi omega-3 e olio di vinaccioli erano rispettivamente di 43,5 e 44,1.

Ai pazienti è stato assegnato in modo casuale il trattamento con quattro dosi giornaliere di 1.680 mg di acido eicosapentaenoico e 560 mg di acido docosaesaenoico (attraverso un prodotto denominato De3 Omega Benefits, prodotto dallo sponsor dello studio) oppure con quattro dosi giornaliere di 3.000 mg di olio di vinaccioli.

Un totale di 58 e 57 pazienti in entrambi i gruppi hanno completato il follow-up di 12 settimane. Non si è riscontrata alcuna differenza nell'aderenza alla terapia con integratori alimentari tra i gruppi (rispettivamente 95,8% e 95,4%).

Hyon e il suo team non hanno riscontrato differenze tra i gruppi nell'uso del collirio o nell'acuità visiva media.

Per quanto riguarda i limiti, i ricercatori hanno notato che il periodo di studio era breve, il campione era piccolo e non è stato utilizzato alcun placebo.