Sarcoma venereo nei cani

La maggior parte dei veterinari classifica il sarcoma venereo nei cani come una malattia infettiva maligna e pertanto gli è stato attribuito un secondo nome ufficialmente accettato: sarcoma trasmissibile.

Questa patologia è anche chiamata cancro trasmesso tramite clonazione.

Cause del sarcoma venereo

Il sarcoma venereo trasmissibile, presente solo nella famiglia dei canidi (Canis familiaris) e distribuito in tutti i continenti, ha una patogenesi insolita, studiata approfonditamente negli ultimi 130 anni.

Finora è stato stabilito che si tratta di un tumore istiocitario dei tessuti molli, che si trasmette da un animale all'altro attraverso il contatto fisico (per via sessuale) tramite le cellule macrofagiche istiocitiche del sistema fagocitario mononucleare (parte del sistema immunitario) dell'organismo che si sviluppano nel tumore.

In altre parole, le cellule tumorali stesse sono agenti infettivi e, penetrando nei tessuti di un cane sano per adesione, provocano lo sviluppo dello stesso tumore. In sostanza, l'infezione avviene secondo il principio dell'allotrapianto: quando le cellule di un individuo allogenico, penetrando nel corpo di un individuo con un genotipo diverso, attecchiscono e il tumore perde il suo legame con l'ospite originale. A quanto pare, le cellule tumorali si comportano come parassiti.

Inoltre, le cellule dei tessuti colpiti dal sarcoma venereo hanno meno cromosomi rispetto alle normali cellule epiteliali dei cani (57-64 invece dei 78 richiesti).

I veterinari nazionali ritengono che il sarcoma venereo nei cani non possa metastatizzare e che la comparsa di lesioni nella bocca e sul muso sia spiegata dal semplice trasferimento di cellule infette dai genitali durante il leccamento. Tuttavia, gli specialisti stranieri affermano che questo tumore metastatizza in circa il 5% dei casi, il più delle volte ai linfonodi regionali, ai tessuti sottocutanei, agli occhi, al cervello, al fegato, alla milza, ai testicoli e ai muscoli.

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Sintomi del sarcoma venereo

I sintomi evidenti del sarcoma venereo iniziano a comparire dopo un periodo di incubazione piuttosto lungo (3-6 mesi dopo l'infezione del cane). Inizialmente, compaiono noduli superficiali rosa o rossi di 1-3 mm di diametro: nei maschi, il tumore colpisce la base del glande o il prepuzio, nelle femmine il vestibolo vaginale. Successivamente, più noduli si fondono, formando neoplasie emorragiche lasse più grandi (fino a 50-70 mm), la cui superficie irregolare ricorda quella del cavolfiore.

Col tempo, il sarcoma si diffonde negli strati più profondi della mucosa, formando una formazione multilobulare (multilobulare), il cui diametro può superare i 100 mm. Il tumore sanguina facilmente, quindi si nota una secrezione ematica costante di intensità variabile (i proprietari di femmine potrebbero scambiarla per estro). I genitali dell'animale sono deformi, ulcerati e infiammati; in alcuni casi, il cane soffre di ritenzione urinaria o ostruzione uretrale.

Se la malattia si è diffusa al muso (o ha inizialmente una localizzazione extragenitale), compaiono fistole oro-nasali, epistassi e altre secrezioni nasali, gonfiore del muso ed ingrossamento dei linfonodi sottomandibolari.

Diagnosi del sarcoma venereo

Nelle cliniche veterinarie, la diagnosi del sarcoma venereo viene effettuata in base all'esame dell'animale e alla palpazione del tumore.

Vengono inoltre eseguiti un esame del sangue generale e biochimico, e un esame citologico del materiale ottenuto tramite striscio degli organi interessati del cane. Di norma, questo è più che sufficiente, quindi si esegue una biopsia quando il veterinario ha motivo di dubitare della diagnosi.

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Trattamento del sarcoma venereo

Nella moderna medicina veterinaria, il principale metodo di trattamento del sarcoma venereo nei cani è la chemioterapia, poiché l'intervento chirurgico è considerato meno efficace e più rischioso dalla maggior parte degli specialisti. Tuttavia, dati i numerosi effetti collaterali dei farmaci citostatici associati alla loro elevata tossicità, alcuni medici considerano il trattamento chirurgico di questa patologia più sicuro, nonostante il rischio piuttosto elevato di danni all'uretra e un'altrettanto elevata probabilità di recidiva del sarcoma dai residui di tessuto non asportato. Secondo alcuni dati, nel caso di sarcomi invasivi di grandi dimensioni, il tasso di recidiva può essere del 55-65%.

I farmaci citostatici più comunemente utilizzati per il trattamento farmacologico degli animali affetti da sarcomi venerei trasmissibili sono la vincristina (vinblastina) e la doxorubicina. La dose del farmaco viene calcolata in base al peso corporeo: 0,025 mg per chilogrammo o da 0,5 a 0,7 mg per metro quadrato di superficie corporea, con un successivo aumento del dosaggio. Come dimostra la pratica clinica, i maschi devono essere sottoposti a infusione endovenosa del farmaco almeno 4-6 volte (una volta a settimana), le femmine in media 4 volte. Tuttavia, la remissione completa può richiedere 7-8 iniezioni.

Quando la chemioterapia non dà risultati positivi e il tumore recidiva, si può ricorrere alla radioterapia. In seguito, i cani maschi perdono temporaneamente o definitivamente la spermatogenesi.

Prevenzione e prognosi del sarcoma venereo

Poiché i cani domestici possono contrarre l'infezione attraverso il contatto con animali randagi malati, la prevenzione del sarcoma venereo consiste nel portare a spasso il cane al guinzaglio e nel sorvegliarlo quando lo si lascia libero per una passeggiata, in modo da evitare accoppiamenti accidentali con altri cani, in particolare randagi.

E se il proprietario del cane non prestava attenzione, allora i veterinari raccomandano in tali situazioni di trattare la bocca, il muso e i genitali con disinfettanti: soluzione allo 0,05% di clorexidina bigluconato, iodio (0,1%), soluzione di furacilina (0,1 g per 0,5 l di acqua calda), soluzione di permanganato di potassio (0,02-0,1%) o soluzione di resorcinolo al 2-5%.

Gli specialisti di medicina veterinaria stranieri sostengono che la prognosi del sarcoma venereo dipende in larga misura dallo stato del sistema immunitario dell'animale e che una forte risposta immunitaria può portare alla regressione spontanea del tumore. Inoltre, studi hanno dimostrato che anticorpi che riconoscono gli antigeni del sarcoma venereo trasmissibile si trovano spesso nel siero sanguigno dei cani guariti dalla malattia.

Secondo le statistiche dell'American Veterinary Medical Association (AVMA), la remissione completa del sarcoma venereo nei cani si verifica in oltre il 90% dei casi e, con il trattamento della malattia nelle fasi iniziali e in assenza di metastasi, è possibile una remissione del 100%.