Gli scienziati hanno scoperto come l'anima esca dal proprio corpo fisico

Gli scienziati hanno scoperto perché alcune persone sperimentano allucinazioni associate all'abbandono del loro guscio fisico. Una parte speciale del cervello le fa "perdere la pazienza".

Allucinazioni e sogni in cui le persone sperimentano l'abbandono del proprio corpo fisico sono solitamente associati a disturbi mentali. Questo fenomeno è stato poco studiato, ma è noto che tali esperienze possono essere causate da traumi mentali, disidratazione e assunzione di sostanze psichedeliche. La pratica medica dimostra che queste allucinazioni si verificano in diversi momenti della vita e in persone completamente sane.

Scienziati britannici hanno deciso di capire cosa accade nella testa delle persone sane che hanno familiarità con tali esperienze. Secondo gli psicologi, circa una persona sana su dieci ha sperimentato quella che gli psicologi chiamano una "esperienza extracorporea" (OBE). Tuttavia, gli scienziati hanno scoperto che tra gli studenti questa percentuale oscilla tra il 20 e il 25%.

"Sembra che tutti noi abbiamo diversi livelli di instabilità e volatilità nei nostri lobi temporali, e alcune persone sono più suscettibili a queste esperienze", ha affermato l'autore dello studio Jason Braithwaite, dell'Università di Birmingham. Il lobo temporale fa parte della corteccia cerebrale, responsabile dell'attività nervosa più elevata. È responsabile dell'interpretazione dei segnali provenienti dai sensi e di altre informazioni provenienti dal corpo e della loro correlazione con una "mappa corporea". Questo ci permette di sentirci sempre come se fossimo all'interno del nostro guscio fisico. Se questa interpretazione viene interrotta, una persona può sentirsi come se avesse temporaneamente abbandonato il proprio corpo.

Nel loro studio, i ricercatori hanno intervistato 63 studenti, 17 dei quali hanno riferito di aver viaggiato "fuori da sé stessi". Le risposte degli studenti a domande specifiche hanno mostrato che coloro che avevano avuto un'OBE avevano lobi temporali instabili. Una di queste domande era: "Hai mai percepito la presenza di qualcun altro, anche se non c'erano segni della sua presenza?" Oppure: "Hai mai sentito che il tuo corpo, o parte di esso, stava cambiando forma?" Agli studenti è stato anche chiesto di identificare diverse parti del corpo mostrate su un monitor. Coloro che a volte "perdono la calma" hanno ottenuto risultati peggiori in questo compito.

Secondo gli scienziati, la distorsione della nostra percezione interiore è associata o a un conflitto tra il cervello e le informazioni provenienti dal corpo, o a disturbi del lobo temporale. "La percezione di sé, le sensazioni che proviamo nello spazio, non avviene automaticamente. Il cervello deve elaborare queste informazioni costantemente. Le riceve costantemente, determina costantemente la nostra posizione nello spazio, ma a volte questa interpretazione fallisce", ha spiegato lo scienziato. Il lavoro degli scienziati è stato pubblicato sulla rivista Cortex.

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