Il digiuno intermittente proteico è migliore della restrizione calorica per la salute dell’intestino e la perdita di peso

In un recente studio pubblicato su Nature Communications, i ricercatori hanno confrontato gli effetti del digiuno intermittente con proteine (IF-P) rispetto alla restrizione calorica (CR), che apporta benefici per il cuore, sul rimodellamento del microbiota intestinale e dei profili metabolici.

Il microbioma intestinale svolge un ruolo chiave nella gestione del peso e nella salute digestiva. Le diete che influenzano sia il microbiota intestinale che il peso hanno un potenziale terapeutico per la regolazione dei disturbi metabolici.

Recenti studi preclinici sui topi hanno dimostrato che l'assunzione di proteine può ridurre l'obesità dopo la steatosi epatica cronica. L'IF-P, ad esempio, è una strategia di successo per la perdita di peso e il miglioramento della composizione corporea; tuttavia, l'impatto di questo approccio sul microbioma intestinale rimane poco chiaro.

L'attuale studio è stato condotto a Saratoga Springs, New York. Ha incluso persone sedentarie o moderatamente attive, sovrappeso o obese, che mantenevano un peso stabile e di età compresa tra 30 e 65 anni. I partecipanti allo studio sono stati assegnati in modo casuale ai gruppi IF-P o CR, che includevano rispettivamente 21 e 20 persone, per un periodo di otto settimane.

L'assunzione e la spesa calorica di tutti i partecipanti allo studio sono state equalizzate. Sono stati esclusi dallo studio gli individui che hanno assunto antibiotici, antimicotici o probiotici negli ultimi due mesi.

Sono state valutate le caratteristiche metaboliche fecali, microbiche e plasmatiche di individui sovrappeso o obesi che hanno seguito la dieta IF-P o CR. Sono state inoltre documentate le variazioni nell'assunzione di cibo, nel peso corporeo, nei parametri cardiometabolici, nei punteggi della fame e nel microbiota intestinale in ciascun gruppo. I partecipanti allo studio hanno completato la GI Symptom Rating Scale (GSRS) all'inizio e alle settimane quattro e otto.

Sono stati raccolti campioni fecali per l'estrazione dell'acido desossiribonucleico (DNA) e l'analisi della reazione a catena della polimerasi quantitativa (qPCR) per determinare la biomassa batterica totale e la composizione del microbiota fecale. I partecipanti allo studio hanno anche fornito campioni di sangue per la valutazione della composizione corporea, la valutazione biochimica e l'analisi dei metaboliti sierici, che è stata eseguita utilizzando la cromatografia liquida-spettrometria di massa (LC-MS) e la cromatografia gassosa-MS per l'analisi degli acidi grassi a catena corta (SCFA).

Gli effetti dell'IF-P sulla colonizzazione batterica intestinale, sui parametri delle feci e sulla riduzione delle calorie sono stati determinati utilizzando il sequenziamento dell'RNA ribosomiale 16S (rRNA) e la modellazione lineare a effetti misti per identificare modelli di covariazione e co-occorrenza tra microbiota e metaboliti circolanti. L'analisi fattoriale multiomica ha inoltre consentito ai ricercatori di identificare modelli di covariazione e co-occorrenza tra microbioma e metaboliti circolanti.

La nutrizione proteica comprende quattro pasti contenenti 25-50 grammi di proteine al giorno, mentre l'IF-P include il 35% di carboidrati, il 30% di grassi e il 35% di proteine per cinque o sei giorni alla settimana. Il regime CR contiene il 41% di carboidrati, il 38% di grassi e il 21% di proteine, rispettando le linee guida dietetiche degli Stati Uniti.

I partecipanti allo studio hanno ricevuto integratori e spuntini durante i giorni IF, mentre i giorni proteici includevano da quattro a cinque pasti al giorno, in base alle raccomandazioni sullo stile di vita del National Cholesterol Education Program dell'American Heart Association.

IF-P ha avuto effetti maggiori sui sintomi gastrointestinali, sulla diversità del microbiota intestinale e sui metaboliti circolanti rispetto a CR. Inoltre, IF-P ha determinato un'abbondanza maggiore di Marvinbryantia, Christensenellaceae e Rikenellaceae, nonché livelli di citochine e metaboliti di amminoacidi che promuovono l'ossidazione degli acidi grassi.

IF-P ha aumentato significativamente i livelli di citochine coinvolte nella lipolisi, nell'infiammazione, nella perdita di peso e nella risposta immunitaria, come interleuchina-4 (IL-4), IL-6, IL-8 e IL-13. Mentre la restrizione calorica aumentava i livelli di metaboliti coinvolti in un percorso metabolico associato alla durata della vita.

Il microbiota intestinale e le variabili metaboliche hanno influenzato il mantenimento della perdita di peso e la composizione corporea. Inoltre, l'IF-P ha avuto un effetto maggiore sulla dinamica del microbiota intestinale rispetto alla restrizione calorica.

L'IF-P ha anche ridotto del 40% l'assunzione totale di grassi, carboidrati, sale, zucchero e calorie, aumentando al contempo l'assunzione di proteine più della CR. I partecipanti allo studio che hanno seguito l'IF-P hanno perso più peso corporeo, grasso totale, grasso addominale e grasso viscerale e avevano una percentuale maggiore di massa magra. I partecipanti al gruppo IF-P hanno anche mostrato una significativa riduzione del grasso viscerale del 33%.

L'IF-P è stato associato a significativi miglioramenti nei sintomi gastrointestinali, livelli aumentati di Christensenella, un batterio intestinale associato a un fenotipo magro, e citochine circolanti che regolano il peso corporeo complessivo e la riduzione del grasso. I risultati dello studio evidenziano l'importanza di pratiche dietetiche personalizzate per un controllo ottimale del peso e della salute metabolica.

Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere i processi responsabili di queste osservazioni e le implicazioni terapeutiche dell'istituzione di metodi personalizzati di controllo dell'obesità. Questi risultati potrebbero anche guidare le future raccomandazioni per diete di precisione mirate al microbioma intestinale con campioni più grandi e durate di studio più lunghe.