Il dolore fisico e quello emotivo sono strettamente correlati

Scienziati americani, studiando le emozioni umane, hanno scoperto che la soglia del dolore di una persona dipende direttamente dal suo stato mentale. In parole povere, le persone felici e soddisfatte tollerano il dolore fisico più facilmente e con maggiore calma rispetto a chi è concentrato sulle esperienze. Questa dipendenza è dovuta al fatto che sia il dolore emotivo che quello fisico vengono elaborati nella stessa area del cervello, che invia segnali al corpo.

Anche la fiducia in se stessi, l'autosufficienza, il senso di gioia e di bisogno influenzano la percezione del dolore. Nasce il pensiero che se una persona è felice, non ha tempo di prestare attenzione alle sensazioni spiacevoli e di concentrare i propri pensieri sul dolore fisico. Le persone interiormente calme di solito hanno abbastanza pazienza da sopportare il dolore senza inutili disagi.

Anche il feedback è evidente: gli scienziati hanno scoperto che l'ansia, una forte sensazione di paura o insicurezza possono causare un forte dolore fisico. Sicuramente avrete notato una fitta lancinante dentro di voi quando improvvisamente sentite un forte rumore in una stanza buia. Non a caso si dice che la paura rimpicciolisce tutto: se ascoltate il vostro corpo, potete notare una forte contrazione involontaria degli organi interni al momento della paura, che causa dolore.

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Si può notare che le persone che mancano di fiducia in se stesse, così come le persone con una bassa autostima, sono spesso più predisposte alle malattie croniche rispetto a coloro che vivono felicemente e non si preoccupano delle sciocchezze.

I ricercatori hanno anche scoperto che la mancanza di comprensione di sé e degli altri può portare alla comparsa di sensazioni di dolore periodiche e non correlate. Le persone che si sentono necessarie e richieste sono libere da tali sensazioni.

È stato condotto il seguente esperimento: a dieci sconosciuti è stato chiesto di scegliere da un elenco di qualità umane personali due di quelle che, a loro avviso, avrebbero dovuto parlare di loro in modo più vivido. Successivamente, i soggetti si sono conosciuti, hanno comunicato e hanno dovuto compilare gli stessi questionari l'uno sull'altro: scrivere diverse qualità che, a prima vista, si adattavano agli interlocutori. In questo modo, gli scienziati hanno ricevuto due elenchi di qualità personali di ciascun partecipante all'esperimento: il primo rappresenta ciò che il partecipante stesso pensa di sé, il secondo ciò che gli altri partecipanti pensano di lui.

Lo studio ha dimostrato che le persone la cui opinione di sé coincideva con quella degli altri erano più sicure di sé e, quindi, meno suscettibili alle sensazioni dolorose improvvise, e avevano anche una soglia del dolore più alta. I partecipanti che si erano formati un'opinione di sé diversa da quella degli altri difficilmente sopportavano il dolore fisico e lamentavano periodici attacchi di paura e incertezza, accompagnati da sensazioni dolorose.

Gli scienziati consigliano di lavorare su se stessi, di coltivare l'autostima, magari frequentando corsi di crescita personale o rivolgendosi a uno psicologo, poiché i complessi di inferiorità e la paura eccessiva possono causare non solo disagio emotivo, ma anche problemi di salute fisica.

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