L'Oms chiede la protezione degli operatori sanitari che lavorano in regioni pericolose

Medici senza frontiere è stato creato appositamente per fornire assistenza medica ai cittadini che hanno sofferto di conflitti armati o disastri naturali. Ma il lavoro del medico è pericoloso e ogni giorno la vita di persone che vogliono aiutare i loro vicini sono in pericolo, ad esempio, almeno 14 persone sono state uccise da un attacco missilistico e circa 40 operatori sanitari sono rimasti feriti in un ospedale di Kunduz (Afghanistan).

Nel sud dello Yemen, pochi mesi dopo l'attacco aereo, sono morte 9 persone, tra cui 2 dipendenti dell'organizzazione "Medici senza frontiere".

Dal 2012, in Siria, oltre la metà delle istituzioni in cui è stata fornita assistenza medica sono state distrutte e la maggior parte dei medici e paramedici sono morti o sono stati costretti a lasciare la regione pericolosa.

Oggi, partendo dall'Ucraina e finendo con l'Afghanistan, gli operatori sanitari sono in pericolo, solo nell'ultimo anno di scontri a fuoco hanno ucciso più di 600 operatori sanitari, circa un migliaio sono rimasti feriti.

Indubbiamente, la guerra e la morte che porta con sé è una tragedia, ma la perdita di personale medico, ospedali porta ad una diminuzione delle possibilità di aiutare la gente comune che si trova in condizioni difficili.

Il capo del personale sanitario dell'OMS ha affermato che la protezione del personale medico dovrebbe diventare il compito principale della comunità internazionale, poiché non ci saranno persone, non ci sarà assistenza medica.

Tutti gli attacchi agli operatori sanitari non sono stati registrati utilizzando il metodo standard, così l'OMS ha sviluppato un nuovo sistema per la raccolta di informazioni, che è ora in fase di test nella Repubblica Africana, in Siria, a Gaza. L'Oms prevede di utilizzare il nuovo sistema in tutte le regioni in cui gli operatori sanitari sono a rischio, già nel prossimo anno.

Va notato che lo scopo del nuovo progetto non è solo la raccolta di dati. Secondo gli esperti, le informazioni ottenute in questo modo aiuteranno a prevenire gli attacchi agli operatori sanitari e agli ospedali, nonché a ridurre le conseguenze di tali attacchi.

Il saccheggio, il bombardamento di istituzioni mediche, un attacco agli operatori sanitari impediscono la fornitura di assistenza necessaria alle vittime.

Dal 2012, più di 30 persone sono morte in Pakistan, contribuendo a sradicare lo scoppio della polio. Ridurre il numero di casi tragici è stato possibile dopo che è stato deciso di ridurre il numero di giorni trascorsi dall'azienda, inoltre, i vaccinatori sono stati inviati in un altro, tempo più sicuro. Un'analisi del lavoro in Pakistan ha mostrato come non solo facilitare, ma anche proteggere il lavoro dei medici.

Ma non solo i conflitti militari rappresentano una minaccia per la vita degli operatori sanitari, ad esempio, durante l' epidemia di Ebola, il panico e il sospetto hanno portato all'uccisione di otto operatori sanitari che hanno informato la popolazione della minaccia. Inoltre, più di 400 medici e infermieri durante il trattamento sono stati infettati da un virus mortale.

L'Oms prevede di pubblicare il primo rapporto su larga scala sugli attacchi agli operatori sanitari e agli ospedali il prossimo anno.

A dicembre dello scorso anno, le Nazioni Unite hanno accettato di raccogliere dati sugli attacchi contro il personale medico, nonché di attivare gli sforzi per garantire la sicurezza di medici e infermieri. Gli specialisti dell'OMS hanno anche sviluppato un piano per fornire assistenza ai paesi che si trovano in uno stato di emergenza permanente.