Genetisti giapponesi hanno coltivato cellule epatiche da cellule staminali

I genetisti giapponesi hanno utilizzato cellule staminali indotte per produrre in laboratorio un semplice analogo del fegato. Gli specialisti affermano di essere riusciti a creare un tessuto simile a quello che costituisce il fegato. Sebbene molti aspetti del lavoro non siano ancora stati resi pubblici, il risultato in sé rappresenta una svolta scientifica significativa e apre la strada a progressi nel trattamento di una serie di patologie epatiche.

Takanori Takabe della Yokohama City University afferma che il lavoro del suo gruppo è solo il primo passo di un lungo percorso verso la creazione di un fegato artificiale. Afferma che tessuti simili al fegato sono stati creati utilizzando cellule staminali pluripotenti indotte. A loro volta, le cellule ips sono state ottenute riprogrammando geneticamente le cellule staminali della pelle fino allo stadio embrionale e modificandone il programma di sviluppo futuro.

Secondo gli esperti, l'intero processo di trasformazione cellulare ha richiesto nove giorni, dopodiché i genetisti hanno avuto a disposizione veri epatociti (cellule epatiche mature). Dopo aver ottenuto singole cellule epatiche, i ricercatori hanno utilizzato speciali tecniche chimiche per combinarle in strutture tridimensionali simili a minuscole particelle di fegato in un paio di giorni.

Ricordiamo che in precedenza, utilizzando una tecnica simile, degli specialisti giapponesi avevano creato vasi sanguigni artificiali.

Ora gli specialisti affermano di aver condotto esperimenti su cellule di topi da laboratorio, ma i metodi utilizzati sono universali e dovrebbero essere adatti anche agli esseri umani. Inoltre, gli scienziati hanno condotto un test genetico funzionale sulle cellule create e si sono convinti che le loro funzioni biologiche siano identiche a quelle delle cellule epatiche reali. Le cellule create hanno risposto metabolicamente a vari farmaci allo stesso modo delle cellule epatiche reali.

Takabe afferma che potrebbero volerci anni prima che la tecnica possa essere utilizzata per curare le persone con malattie epatiche. Afferma che la tecnica potrebbe essere utilizzata anche in persone con malattie epatiche croniche, ma aggiunge che le cellule ingegnerizzate devono essere stabili prima di poter essere impiantate. "Le persone con malattie croniche devono avere le cellule ingegnerizzate nel fegato per almeno cinque anni per consentire il recupero dopo l'intervento chirurgico", afferma.

[ 1 ], [ 2 ], [ 3 ]