Il grasso della persona sarà la fonte di nuove cellule per la rigenerazione del fegato.

Gli scienziati hanno creato epatociti dagli scarti ottenuti durante la liposuzione (la rimozione del grasso umano) e li hanno utilizzati per ripristinare le cellule epatiche danneggiate. Il rischio di sviluppare cellule tumorali è stato praticamente nullo. Questo esperimento è stato condotto sui topi, ma gli scienziati sperano di utilizzare questa tecnologia sugli esseri umani nel prossimo futuro.

Gli specialisti della Stanford University hanno scoperto un nuovo metodo per rigenerare le cellule epatiche, testato con successo su topi da laboratorio. La materia prima utilizzata è stata creata artificialmente e cellule non embrionali, già utilizzate in esperimenti simili, e cellule adipose umane in fase adulta.

Gli scienziati ritengono che questo metodo di rigenerazione delle cellule epatiche abbia un vantaggio significativo. La crescita di epatociti da cellule staminali embrionali o da cellule geneticamente modificate è sempre associata al rischio di sviluppare un tumore. Questo è il motivo che ha rallentato tale tecnologia. Ma se si ottengono epatociti da cellule adipose adulte, saltando la fase di sviluppo, il rischio si riduce a zero. Il fegato ha una straordinaria capacità di rigenerarsi: una piccola parte di esso alla fine si trasforma in un organo a tutti gli effetti, ma a causa di alcolismo, epatite o danni tossicologici al fegato, la capacità delle cellule di rigenerarsi viene compromessa.

Gli scienziati sostengono che il processo di trasformazione delle cellule adipose in cellule epatiche possa essere applicato con successo agli esseri umani. L'intero periodo dura circa 9 giorni, sufficienti per avviare il processo di recupero. In caso contrario, il paziente potrebbe morire senza trapianto. Solo negli Stati Uniti, più di mille persone all'anno non aspettano il loro turno per un trapianto di fegato e l'attuale procedura di trapianto è associata a rischi. Inoltre, una persona con un organo donato deve assumere immunosoppressori, farmaci che sopprimono la risposta immunitaria, per tutta la vita per evitare il rigetto dell'organo estraneo.

Gli specialisti sono fiduciosi che il metodo da loro sviluppato sarà adatto all'uso clinico, poiché il nuovo tessuto epatico sarà costituito dalle cellule adipose del paziente stesso. Gli scienziati ritengono che dopo la procedura non sarà necessario assumere immunosoppressori.

La coltivazione di cellule epatiche a partire da cellule staminali del grasso è stata scoperta da uno scienziato giapponese nel 2006. Il processo di coltivazione richiede molto tempo, circa un mese, ed è anche inefficace: solo il 12% delle cellule si trasforma in epatociti, il che ha reso impossibile ottenere un numero sufficiente di cellule per ripristinare il fegato.

Gli scienziati di Stanford hanno sviluppato una nuova tecnologia chiamata coltivazione sferica. Questo processo permette di ottenere cellule epatiche in 9 giorni, con un'efficienza piuttosto elevata, pari a circa il 50%.

Tutti gli studi sono stati condotti su topi con un sistema immunitario soppresso (per prevenire il rigetto di cellule umane). Tutti i topi presentavano anche una certa modifica genetica, in cui l'introduzione di una certa sostanza provocava un rapido danno tossico al fegato. Quando 5 milioni di cellule epatiche umane ottenute furono introdotte nei topi, si scoprì che dopo un mese gli epatociti umani producevano albumina, presente nel plasma sanguigno dei topi. Ulteriori osservazioni dei topi per un mese mostrarono che la quantità di questa proteina era triplicata. Gli specialisti furono soddisfatti di questo risultato, poiché tutti i precedenti tentativi di coltivare un fegato umano su topi da esperimento avevano prodotto un contenuto minimo di albumina nel sangue. Inoltre, un esame del sangue sui topi ha dimostrato che il nuovo fegato nei topi è in grado di filtrare il sangue e purificarlo dalle tossine. Due mesi dopo l'inizio dell'esperimento, non furono riscontrati segni di cancro nei topi, mentre in un altro gruppo sperimentale di topi, a cui erano stati trapiantati epatociti da cellule artificiali, furono riscontrati numerosi tumori.

Gli scienziati ritengono che per adattare la tecnologia all'uomo sarà necessario ottenere 200 miliardi di cellule. Come affermato dai ricercatori, 1 litro di grasso estratto permette di ottenere circa un miliardo di tali cellule; nel corpo, queste inizieranno a moltiplicarsi attivamente, raggiungendo di conseguenza un numero di 100 miliardi, il che è più che sufficiente per il processo di rigenerazione epatica. Questo metodo consente di sostituire con successo il trapianto di un organo da donatore.

Gli scienziati stanno ora preparando la tecnologia per l'uso su animali di taglia più grande. Prevedono che le sperimentazioni cliniche saranno pronte nei prossimi 2-3 anni.

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