Addormentare le cellule cancerose è un metodo fondamentale per combattere i tumori

Oggi, come in passato, il trattamento dei processi maligni rimane la questione più urgente in medicina. Gli scienziati hanno già testato molti metodi per distruggere e bloccare la crescita tumorale, ognuno dei quali presentava sia aspetti positivi che negativi. Oggi, gli specialisti si chiedono: perché non provare a "mettere a dormire" le cellule maligne, impedendo loro di risvegliarsi? Un metodo del genere può neutralizzare completamente il meccanismo di sviluppo del tumore. Supponiamo che per una persona comune un'affermazione del genere possa suonare un po' strana. Tuttavia, i ricercatori australiani hanno intrapreso proprio questo progetto. Secondo loro, la tecnica più recente aiuterà non solo a sconfiggere un tumore canceroso, ma anche a prevenire il verificarsi di numerosi effetti collaterali.

Come spiegano gli scienziati, il composto in grado di inibire le cellule maligne ha un effetto diretto sulle proteine KAT6A e KAT6B. La prima è associata allo sviluppo della leucemia mieloide acuta, mentre la seconda può causare contemporaneamente diversi processi tumorali. Queste proteine sono coinvolte nei meccanismi della proliferazione cellulare. La loro struttura contiene una sorta di sistema inibitorio che "impedisce" la divisione cellulare incontrollata. Ma in determinate circostanze – con determinate mutazioni cromosomiche – queste sostanze perdono la funzionalità del sistema regolatore, dando impulso allo sviluppo di un processo maligno.

Lo scopo previsto della sostanza creata dagli scienziati è quello di garantire una regolamentazione di alta qualità di tale meccanismo.

Studi di laboratorio condotti su roditori affetti da tumore del sangue hanno mostrato risultati eccellenti: l'uso del nuovo agente ha prolungato la vita degli animali di quasi 4 volte. Dopo l'assunzione del farmaco, lo sviluppo del processo maligno si è letteralmente arrestato, come se qualcuno avesse premuto il pulsante "play/pausa". Gli esperti che hanno condotto l'esperimento commentano così questo fenomeno: "Il nuovo farmaco semplicemente priva le cellule alterate da tumori maligni della capacità di attivare il ciclo cellulare. Questa reazione è chiamata "invecchiamento cellulare". Le strutture semplicemente diventano non vitali. Se conduciamo un'analisi comparativa tra questo metodo e la radioterapia e la chemioterapia più diffuse, possiamo osservare che la nuova sostanza agisce selettivamente, danneggiando solo le cellule alterate, senza intaccare le normali strutture sane. Tuttavia, non ci accontenteremo dei risultati ottenuti. Oggi dobbiamo apportare alcuni miglioramenti al farmaco per poter condurre in futuro test clinici definitivi con la partecipazione di persone affette da cancro".

La ricerca è descritta in dettaglio nella pubblicazione Nature.

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