Ureaplasma in gravidanza

Spesso le donne si imbattono in un problema come l'ureaplasma durante la gravidanza.

Cos'è l'ureaplasma (Ureaplasma urealyticum)? Si tratta di un piccolo tipo di batterio Gram-negativo privo di parete cellulare e di un proprio trasportatore di informazioni genetiche. Pertanto, l'ureaplasma vive solo in simbiosi con altri tipi di microrganismi. Ha la capacità di generare ATP esclusivamente per idrolisi dell'urea, pertanto la disseminazione massiva con l'ureaplasma si verifica principalmente nel tratto urogenitale, meno frequentemente nel tratto respiratorio, così come nelle parti superiori e inferiori del tratto digerente.

Cause dell'ureaplasmosi durante la gravidanza

La disbiosi del tratto genitale è un concetto che indica una violazione dell'equilibrio quantitativo e qualitativo della microflora generale presente. Alcuni microrganismi inizialmente neutri (in particolare la Gardnerella) predispongono la flora vaginale a una possibile patogenesi dovuta al processo di coesistenza batterica. Di conseguenza, in determinate circostanze, la simbiosi tra Gardnerella e Ureaplasma durante la gravidanza può portare alla proliferazione di colonie microbiche e allo sviluppo di infiammazioni.

L'Ureaplasma urealyticum ha una struttura intermedia, a metà strada tra un virus e un batterio comune. A causa della sua intrinseca funzione di ureolitiasi, l'infezione si verifica principalmente nell'area urogenitale. Pertanto, la via di infezione più comune è considerata il rapporto sessuale. Anche gli uomini sono possibili portatori dell'infezione, sebbene l'infezione non sia così comune come nelle donne. Altri metodi di trasmissione dell'infezione per contatto, come l'uso di bagni pubblici, la frequentazione di piscine o bagni pubblici, sono molto meno probabili e molti specialisti li escludono del tutto.

Pertanto, è generalmente accettato che l'infezione avvenga durante i rapporti sessuali non protetti.

Con l'inizio della gravidanza, quando si osservano significativi cambiamenti ormonali nell'organismo, una naturale diminuzione dell'immunità contribuisce a un'impennata dell'attività dei microrganismi e alla loro transizione verso uno stato patogeno. I batteri che prima coesistevano pacificamente iniziano a moltiplicarsi rapidamente, il che porta a un'alterazione della microbiocenosi dell'apparato genitourinario. Ciò crea le condizioni ottimali per lo sviluppo del processo infiammatorio.

Molte donne, soprattutto nella fase di pianificazione del concepimento, si chiedono: è possibile rimanere incinta con l'ureaplasmosi? La risposta a questa domanda è univoca: la presenza di Ureaplasma urealyticum nell'organismo non influisce di per sé sulla capacità di una donna di rimanere incinta.

Tuttavia, il processo infiammatorio (ureaplasmosi) causato da questo patogeno può portare a una serie di complicazioni che possono ulteriormente compromettere la funzione riproduttiva. Tra le conseguenze dell'infezione, si annoverano: malattia adesiva, ostruzione delle tube di Falloppio, malattie infiammatorie dell'utero e degli annessi.

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Sintomi dell'ureaplasma durante la gravidanza

Solitamente, trascorrono circa 30 giorni dal momento in cui il patogeno Ureaplasma entra nell'organismo fino alla comparsa dei primi sintomi visibili della malattia. Questo periodo è chiamato periodo di latenza, o nascosto. Durante questo periodo, la presenza di Ureaplasma urealyticum nell'organismo non si manifesta in alcun modo e, una volta completato il processo di incubazione, la malattia può svilupparsi secondo due scenari:

• il decorso della malattia può essere subdolo, con sintomi lievi che il paziente può facilmente ignorare;
• L'insorgenza della malattia può essere acuta, con evidenti sintomi caratteristici dell'ureaplasmosi, che richiedono un trattamento immediato.

Entrambe le varianti del decorso dell'ureaplasmosi possono essere rappresentate dalle seguenti manifestazioni:

• la comparsa di secrezione mucosa di eziologia sconosciuta;
• una sensazione di fastidio nella vagina, che ricorda i sintomi del mughetto;
• bruciore nell'uretra, aumento dello stimolo ad urinare, dolore e pizzicore durante la minzione, urina torbida;
• dolore al basso ventre;
• segni di infiammazione delle mucose delle vie respiratorie, gonfiore del rinofaringe, della laringe, sintomi di infezione respiratoria acuta, tonsillite purulenta.

Possono verificarsi disturbi di natura sessuale: dolore e sensazioni spiacevoli durante i rapporti sessuali.

In assenza di un trattamento adeguato dell'infezione, il processo infiammatorio si estende e si manifestano complicazioni più gravi, come l'infiammazione della vescica, dell'utero e degli annessi. I sintomi dell'ureaplasmosi durante la gravidanza possono essere accompagnati da segni di pielonefrite.

L'ureaplasma è pericoloso durante la gravidanza?

Molte future mamme si chiedono: l'ureaplasma è pericoloso durante la gravidanza?

È importante notare che il batterio Ureaplasma urealyticum può vivere sulle mucose di persone perfettamente sane senza causare alcun disagio. Di solito le donne non sospettano nemmeno la presenza di flora patogena nel loro corpo finché non si sottopongono a esami e colture batteriologiche.

Gli ureaplasmi iniziano a rappresentare un pericolo durante la gravidanza solo quando il loro numero diventa più alto del normale o quando le forze immunitarie dell'organismo diminuiscono, a causa di varie infiammazioni, situazioni di stress, ipotermia, squilibri ormonali.

Quando si pianifica una gravidanza, vengono sempre eseguiti esami di laboratorio, in particolare per la presenza di ureaplasma. È sempre meglio conoscere in anticipo i possibili fattori di rischio per avere il tempo di prevenirne le conseguenze. È più opportuno distruggere il patogeno prima della gravidanza, senza mettere a rischio il nascituro e la gravidanza stessa in generale.

In che modo l'ureaplasma influisce sulla gravidanza? Se l'ureaplasmosi viene rilevata in una donna incinta, può compromettere la salute mentale e fisica del feto, causando gravi difetti dello sviluppo intrauterino. Anche l'interruzione di gravidanza è possibile: l'Ureaplasma urealyticum nelle fasi iniziali, quando la placenta non si è ancora formata, rappresenta una seria minaccia di aborto spontaneo o di gravidanza congelata.

Durante gli altri periodi della gestazione, a causa dell'impatto patologico dell'ureaplasma sull'organismo in via di sviluppo del nascituro, esiste il rischio di interruzione spontanea della gravidanza o di parto prematuro.

Anche un bambino sano e portato in grembo materno corre un rischio elevato di contrarre l'Ureaplasma urealyticum dalla madre durante il passaggio attraverso il canale del parto. I batteri si depositano sulle mucose del neonato, causando malattie del rinofaringe, delle vie respiratorie, infiammazioni dei genitali e meningite in futuro.

Pertanto, durante la pianificazione, si raccomanda alla futura mamma di sottoporsi a esami obbligatori per evitare le conseguenze dell'ureaplasmosi durante la gravidanza.

Diagnosi dell'ureaplasma in gravidanza

La diagnosi primaria dell'ureaplasma in gravidanza si basa su dati di esami soggettivi e oggettivi. Vengono presi in considerazione i disturbi lamentati dalle pazienti, corrispondenti ai sintomi clinici della malattia. Anche i segni oggettivi dell'ureaplasmosi sono importanti: la presenza e la natura delle secrezioni, il loro accumulo nel fornice vaginale posteriore, l'iperemia o il pallore delle mucose.

È importante sapere che il contenuto normale di Ureaplasma urealyticum durante la gravidanza è inferiore a 10 alla quarta potenza di elementi microbici in 1 g o 1 ml di secrezioni. Concentrazioni più elevate indicano la possibilità di sviluppare la malattia.

La raccolta del materiale di prova per la diagnosi dell'ureaplasma durante la gravidanza può essere effettuata in diversi modi:

• raschiamento dalla superficie della vagina, della cervice e immersione in un ambiente diagnostico specifico;
• lavaggio con una soluzione isotonica di cloruro di sodio dalla superficie della vagina o dell'uretra;
• striscio per Ureaplasma urealyticum seguito da coltura batterica.

I test per l'ureaplasma aiuteranno a identificare uno dei due tipi di agenti patogeni di questa infezione:

L'Ureaplasma parvum è il tipo più patogeno di ureaplasma. È un batterio più attivo, che degrada facilmente l'urea con rilascio di ammoniaca. Di conseguenza, si verifica un processo infiammatorio prolungato e una maggiore formazione di sali di acido urico negli ureteri e nei reni. L'Ureaplasma parvum non ha una propria membrana cellulare, quindi forma una simbiosi densa con le cellule epiteliali, distruggendole nel tempo. L'attività enzimatica di questo patogeno gli consente di avere un effetto distruttivo sulle proteine epiteliali, distruggendo gli anticorpi della mucosa e riducendo così drasticamente l'immunità locale. Questo tipo di infezione è più aggressivo e raramente si manifesta in modo pacifico, degenerando più spesso in un processo infiammatorio acuto.

L'Ureaplasma urealyticum è un batterio meno aggressivo, incline a risiedere permanentemente sulla mucosa di una persona sana. La possibilità di sviluppare un processo infiammatorio causato da questo tipo di infezione si manifesta solo quando l'immunità generale dell'organismo diminuisce. Ma allo stesso tempo, l'Ureaplasma urealyticum, più innocuo, è più pericoloso durante la gravidanza: questo è l'unico tipo di ureaplasma che penetra la barriera placentare e rappresenta una vera minaccia per il feto.

A volte entrambi i tipi di ureaplasma coesistono nella stessa area. In questi casi, i laboratori utilizzano il termine "specie di Ureaplasma".

Ulteriori metodi diagnostici includono l'esame del sangue venoso per la presenza di anticorpi contro l'ureaplasma, nonché l'analisi dell'immunofluorescenza per determinare gli antigeni del patogeno.

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Trattamento dell'ureaplasma in gravidanza

Il trattamento dell'ureaplasma in gravidanza viene effettuato principalmente in regime ambulatoriale. L'agente patogeno di questa malattia ha la capacità di adattarsi rapidamente a vari tipi di antibiotici. Pertanto, vengono solitamente prescritti farmaci più leggeri, passando gradualmente a quelli più potenti. Per determinare lo spettro d'azione richiesto dei farmaci, viene innanzitutto eseguita un'analisi della sensibilità della flora patogena agli antibiotici.

Non tutti i farmaci antimicrobici possono essere utilizzati durante la gravidanza, pertanto vengono selezionati per il trattamento solo quelli più sicuri per l'organismo della futura mamma e del feto.

Per la completa eliminazione dell'infezione, è particolarmente importante il trattamento simultaneo di entrambi i coniugi. Inoltre, durante il periodo di terapia, è consigliabile astenersi completamente dai rapporti sessuali o utilizzare il preservativo, altrimenti il processo di infezione reciproca prolungherà indefinitamente il periodo di trattamento.

Tra gli agenti antimicrobici, i più comunemente utilizzati sono gli antibiotici macrolidi (eritromicina, oleandomicina fosfato) e i lincosamidi (lincomicina, clindamicina). Particolarmente efficace è il trattamento dell'ureaplasma con rovamicina, somministrata alla dose di 3 milioni UI 2-3 volte al giorno.

Come mezzi ausiliari vengono utilizzati farmaci per il trattamento delle infezioni protozoarie e agenti antimicotici (nistatina, levorina).

Il ciclo di terapia antibiotica dura 10-14 giorni.

Inoltre, possono essere prescritti farmaci per supportare l'immunità (peptidi biologicamente attivi, interferoni) e complessi vitaminici. Vengono eseguite instillazioni locali di farmaci e fisioterapia.

Spesso in caso di infezioni si utilizzano gli ovuli vaginali: Genferon, Terzhinan, Neo-Penotran.

La dieta durante il trattamento dell'Ureaplasma urealyticum prevede il rifiuto totale di cibi piccanti, affumicati e salati, bevande alcoliche e dolci. Si consiglia il consumo di latticini fermentati, verdura e frutta.

In futuro, si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle norme di igiene personale ed evitare rapporti sessuali occasionali.

In caso di sintomi sospetti, è meglio consultare uno specialista, così la gravidanza sarà serena e il nascituro sano. È inoltre importante comprendere che l'ureaplasma in gravidanza non è una condanna a morte: è possibile eliminarlo seguendo le istruzioni e i consigli del medico.