Nutrizione ideale, elementare, parenterale

Una delle idee che deriva dalla teoria dell'alimentazione equilibrata è la creazione di un alimento e di una nutrizione ideali. Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, emerse il concetto fondamentale del miglioramento dell'alimentazione e della nutrizione. Così, già nel XIX secolo, nacque l'idea di creare alimenti più efficaci arricchendo i prodotti alimentari con sostanze direttamente coinvolte nel metabolismo ed eliminando le sostanze di scarto.

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Nutrizione elementare

L'idea di creare un alimento ideale, massimamente utile, già tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo si trasformò nell'idea di costruire una miscela di sostanze necessarie al mantenimento della vita e che non richiedessero un rapporto ottimale, ovvero nell'idea di creare le cosiddette sostanze elementari o monomeriche. L'idea di nutrizione elementare si riduceva al fatto che gli alimenti oligo e polimerici che consumiamo dovessero essere sostituiti da alimenti costituiti da elementi che partecipano al metabolismo. Questo alimento avrebbe dovuto essere costituito da un insieme di amminoacidi, monosaccaridi, acidi grassi, vitamine, sali minerali, ecc. Si presumeva che tale alimento avrebbe soddisfatto i bisogni umani in perfetta sintonia con le peculiarità del suo metabolismo.

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Nutrizione parenterale

Una conseguenza della teoria dell'alimentazione equilibrata è l'idea, chiaramente formulata nel 1908 da P.-E.-M. Berthelot, che uno dei compiti principali del XX secolo sia l'introduzione diretta di nutrienti nel sangue, bypassando il tratto gastrointestinale. Attualmente, la nutrizione diretta (intravascolare o parenterale) è diventata un mezzo diffuso e molto efficace per introdurre direttamente i nutrienti nel sangue, utilizzato nel trattamento di varie patologie per periodi di tempo piuttosto lunghi. In particolare, la revisione di P.S. Vasiliev (1988) fornisce le caratteristiche di una serie di miscele specializzate utilizzate nella pratica clinica per la nutrizione parenterale e ne evidenzia il ruolo positivo nella correzione di varie patologie (disturbi metabolici, in particolare proteici; varie lesioni, comprese le ustioni; disturbi del tratto gastrointestinale, in particolare interventi chirurgici; malattie oncologiche; patologie del fegato, dei reni e molte altre).