Uomini sieropositivi chiedono al governo cinese di porre fine alla discriminazione

Tre futuri insegnanti hanno lanciato un appello al premier cinese Wen Jiabao affinché ponga fine alla discriminazione nei confronti delle persone affette da HIV, dopo che è stato loro negato il lavoro in seguito alla diagnosi di virus dell'immunodeficienza.

La petizione è stata consegnata per posta lunedì alla Direzione degli affari legislativi del Consiglio di Stato.

I tre uomini hanno intentato cause separate contro i rispettivi enti locali dopo che le autorità scolastiche provinciali avevano respinto le loro domande di lavoro perché gli esami del sangue obbligatori dimostravano la loro sieropositività, nonostante avessero superato colloqui e test scritti. Speravano di convincere i tribunali che la legge avrebbe dovuto tutelare i diritti lavorativi delle persone sieropositive e di abrogare le normative locali che impediscono alle persone sieropositive di essere assunte come dipendenti pubblici.

Due tribunali in Cina si sono pronunciati contro gli uomini che avevano fatto causa ai loro governi nelle province di Anhui e Sichuan nel 2010. In una terza causa, intentata nel Guizhou, il giudice ha detto al querelante che il tribunale "non avrebbe accettato la causa e che il querelante avrebbe dovuto chiedere al governo locale di risolvere la questione", ha affermato Yu Fengqiang, un difensore pubblico dei diritti delle persone affette da HIV.

"Sappiamo che in Cina, un paese di 1,3 miliardi di abitanti, 740.000 persone sono affette da HIV. Si tratta di una piccola parte della popolazione", ha affermato il firmatario della petizione. "Le voci in difesa dei diritti lavorativi delle persone sieropositive vengono solitamente soffocate dal timore delle leggi e delle autorità autoritarie del paese. Ma sappiamo anche che lo stato di diritto nel paese e l'uguaglianza di tutti i suoi cittadini sono la base per la modernizzazione dello stato verso la democratizzazione. Ogni cittadino cinese trarrà senza dubbio beneficio da tali cambiamenti, libero dal timore di essere sottoposto alla minaccia di una privazione illegale dei diritti e delle libertà".

Inizialmente Pechino è stata lenta nel riconoscere il problema dell'HIV/AIDS nel Paese, tentando di insabbiarlo negli anni '90, quando centinaia di migliaia di contadini poveri nella provincia rurale dell'Henan furono infettati tramite trasfusioni di sangue di massa.

Da allora, però, il governo ha intensificato la lotta contro l'HIV/AIDS, investendo di più nei programmi di prevenzione, nell'accesso gratuito ai farmaci antiretrovirali in tutto il paese e attuando politiche per eliminare le discriminazioni.

Attualmente, il virus dell'immunodeficienza umana si diffonde nel Paese principalmente attraverso i rapporti sessuali.

In un paese in cui il sesso è un tabù, la discussione sull'argomento è ampiamente limitata e le persone affette da HIV/AIDS sono spesso stigmatizzate.

La discriminazione nei confronti delle persone con HIV, soprattutto nei servizi pubblici, è ancora un problema enorme. Secondo uno studio pubblicato dalle Nazioni Unite nel maggio 2011, alle persone con HIV e AIDS viene regolarmente negata l'assistenza medica negli ospedali tradizionali a causa della paura e dell'ignoranza riguardo alla malattia.

La petizione è stata inviata all'agenzia governativa in vista della Giornata mondiale contro l'AIDS (1° dicembre).

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