La probabilità di fumare e svapare nei bambini e nei giovani è associata all'uso dei social media

I ricercatori della rivista respiratoria Thorax hanno scoperto che più tempo i bambini e i ragazzi trascorrono sui social media, più è probabile che inizino a fumare o a usare le sigarette elettroniche.

Lo studio rileva che trascorrere sette o più ore sui social media durante la settimana è associato a un rischio più che doppio di fumare o svapare tra i giovani di età compresa tra 10 e 25 anni. I risultati sollevano preoccupazioni circa l'influenza del marketing su queste piattaforme.

La maggior parte degli studi su questo argomento è stata condotta negli Stati Uniti, quindi i ricercatori hanno deciso di analizzare la situazione nel Regno Unito utilizzando i dati dello UK Household Longitudinal Study dal 2015 al 2021. Ai partecipanti è stato chiesto di descrivere il loro utilizzo abituale dei social media nei giorni feriali, nonché se fumavano e svapavano attualmente.

Dei 10.808 partecipanti che hanno fornito un totale di 27.962 osservazioni, poco più dell'8,5% ha dichiarato di fumare abitualmente, il 2,5% di svapare e poco più dell'1% di fare un doppio uso.

L'analisi ha rilevato che il fumo, lo svapo e il doppio uso erano più comuni tra coloro che trascorrevano più tempo sui social media. Ad esempio, il 2% di coloro che non utilizzavano i social media fumava, mentre quasi il 16% di coloro che trascorrevano sette o più ore al giorno sui social media fumava.

Anche la probabilità di fumare, svapare e fare doppio uso di sigarette elettroniche aumentava con il tempo trascorso sui social media. Chi trascorreva meno di un'ora al giorno sui social media aveva il 92% di probabilità in più di fumare rispetto a chi non li usava affatto, e chi trascorreva sette o più ore al giorno aveva una probabilità 3,5 volte maggiore di fumare.

Lo studio ha inoltre rilevato che gli uomini, i soggetti al di sotto dell'età legale per l'acquisto e quelli provenienti da famiglie con redditi più elevati avevano maggiori probabilità di utilizzare le sigarette elettroniche. Tuttavia, si tratta di uno studio osservazionale e pertanto non è possibile trarre conclusioni definitive sui fattori causali. I ricercatori hanno inoltre riconosciuto che lo studio si basava su dati auto-riportati e che non disponevano di informazioni su specifiche piattaforme di social media o sulle loro modalità di utilizzo.

Tuttavia, i ricercatori suggeriscono diverse spiegazioni per i loro risultati. In primo luogo, le aziende produttrici di sigarette e sigarette elettroniche utilizzano i social media per pubblicizzare i loro prodotti, il che potrebbe aumentare la probabilità del loro utilizzo tra i giovani. In secondo luogo, l'uso dei social media potrebbe condividere somiglianze con il comportamento di ricerca di ricompense, che aumenta la suscettibilità ad altri comportamenti di dipendenza, come il fumo. In terzo luogo, i social media, che sono in gran parte non monitorati dai genitori, potrebbero incoraggiare comportamenti che trasgrediscono le regole, tra cui il fumo e lo svapo.

I ricercatori concludono che le aziende di social media hanno un potere significativo di alterare l'esposizione a contenuti che promuovono il fumo e lo svapo, e che è improbabile che i codici volontari siano sufficientemente efficaci. Suggeriscono di valutare l'introduzione e l'applicazione di divieti sui contenuti che promuovono tali prodotti.

In un editoriale di accompagnamento, il dott. Kim Lavoie dell'Università di Montreal esprime preoccupazione per la popolarità delle sigarette elettroniche e dello svapo tra i giovani, sottolineando l'importanza di regolamentare la pubblicità e gli algoritmi che prendono di mira gli utenti minorenni.

Fonte: Medical Xpress