Farmaci e terapia di gruppo migliorano il controllo nella dipendenza da eroina

In linea con le loro ricerche precedenti, i ricercatori della Icahn School of Medicine presso il Mount Sinai Medical Center hanno dimostrato che le persone con disturbo da uso di eroina presentavano un'attività ridotta nella corteccia prefrontale anteriore e dorsolaterale (PFC) quando eseguivano un compito di inibizione degli impulsi rispetto agli individui sani.

È importante sottolineare che 15 settimane di trattamento farmacologico assistito, inclusa la terapia di gruppo aggiuntiva, hanno migliorato la funzionalità della corteccia prefrontale anteriore e dorsolaterale compromessa durante un compito di soppressione degli impulsi in un gruppo di partecipanti con disturbo da uso di eroina. Ciò suggerisce un recupero tempo-dipendente del controllo degli impulsi e della funzionalità della corteccia prefrontale nei soggetti con disturbo da uso di eroina a seguito di questo intervento.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Mental Health.

I decessi per overdose da oppioidi (inclusa l'eroina) continuano ad aumentare rapidamente tra gli adulti. Il controllo degli impulsi – la capacità di inibire comportamenti indesiderati come l'uso di droghe nonostante le significative conseguenze negative e il desiderio di smettere – è compromesso nelle persone con tossicodipendenza, con disattivazioni funzionali nella corteccia prefrontale, la regione cerebrale responsabile dei processi di autocontrollo.

Questo studio ha reclutato 26 pazienti ricoverati con disturbo da uso di eroina in trattamento farmacologico assistito e 24 partecipanti sani, abbinati demograficamente, per uno studio longitudinale che utilizzava la risonanza magnetica funzionale (fMRI). I partecipanti hanno completato due sessioni di fMRI a distanza di 15 settimane per i pazienti ricoverati con disturbo da uso di eroina e a un intervallo di tempo corrispondente per i partecipanti sani.

Durante la risonanza magnetica funzionale (fMRI), i partecipanti hanno eseguito un compito di segnale di stop, uno strumento ampiamente validato per valutare la funzione cerebrale durante il controllo degli impulsi. Durante il compito, i partecipanti rispondevano agli stimoli delle frecce e trattenevano la risposta quando la freccia diventava periodicamente rossa (segnale di stop). Oltre a un aumento dell'attività nelle regioni prefrontali (PFC) dopo 15 settimane di trattamento ospedaliero, un aumento dell'attività era correlato a un miglioramento delle prestazioni nel compito di segnale di stop nelle persone con disturbo da uso di eroina.

L'attività cerebrale responsabile del controllo degli impulsi aumenta dal basale al follow-up nel gruppo iHUD rispetto al gruppo HC. a,b, L'attività nella aPFC destra (a) e nella dlPFC destra (b) durante le fermate riuscite e non riuscite ha mostrato un aumento significativo dal basale al follow-up nel gruppo iHUD rispetto al gruppo HC. Fonte: Nature Mental Health (2024). DOI: 10.1038/s44220-024-00230-4

"Nel complesso, i nostri risultati identificano le regioni PFC anteriori e dorsolaterali come potenzialmente adatte a interventi mirati che possono accelerarne il recupero durante il controllo degli impulsi, il che potrebbe avere implicazioni pratiche per informare i trattamenti futuri", ha affermato Ahmet O. Ceceli, PhD, ricercatore post-dottorato senior e autore principale dello studio.

"Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se esista un aspetto specifico del trattamento ospedaliero che contribuisca in modo significativo al miglioramento e per esaminare altri fattori specifici. Ad esempio, il nostro team di ricerca intende verificare se gli effetti di recupero osservati in questo studio siano dovuti all'intervento basato sulla mindfulness, inserito in un ulteriore intervento di terapia di gruppo", afferma Rita Z. Goldstein, PhD, professoressa di psichiatria e neuroscienze presso la Icahn School of Medicine del Mount Sinai e autrice principale dello studio.