I medici hanno imparato a prevedere lo sviluppo del cancro al cervello

Gli scienziati hanno scoperto che il sistema immunitario umano modifica la sua attività circa cinque anni prima della comparsa di un tumore cerebrale canceroso. Questa conclusione è stata raggiunta sulla base di esperimenti condotti da specialisti dell'American Ohio University.

"Anche prima che un tumore al cervello possa essere rilevato, si verifica un cambiamento nelle interazioni proteiche nell'organismo, che porta a un'interruzione nella trasmissione di informazioni da una struttura immunitaria all'altra. Se queste informazioni vengono utilizzate in modo appropriato, è possibile imparare a diagnosticare in anticipo il tumore al cervello", spiega l'epidemiologa Dr. Judy Schwarzbaum, che ha guidato lo studio.

Il percorso della ricerca è descritto in dettaglio sulla rivista scientifica Plos One: gli scienziati hanno riferito degli esperimenti che hanno permesso di studiare più approfonditamente un tumore come il glioma, il tumore cerebrale maligno più comune. In media, le persone con una diagnosi di questo tipo non vivono più di 14 mesi dal momento della scoperta del tumore.

Dal momento in cui compaiono i segni del glioma alla diagnosi, di solito passano 2-4 mesi. Il tumore si sviluppa rapidamente, quindi la probabilità di guarigione è bassa.

"Prestando attenzione solo ai segni clinici di un tumore, i medici perdono tempo prezioso. È necessario sviluppare test di laboratorio che aiutino a identificare il processo canceroso nella fase iniziale del suo sviluppo, per poter formulare una diagnosi tempestiva e iniziare il trattamento", sostengono gli autori degli studi.

Gli scienziati tengono conto anche del fatto che effettuare test di laboratorio su tutti i pazienti per una diagnosi precoce del cancro non è realistico e non è nemmeno conveniente dal punto di vista finanziario.

Il Dott. Schwarzbaum ha analizzato il sangue di quasi mille volontari: uno su due ha poi sviluppato un tumore al cervello. I campioni di sangue sono stati raccolti dall'archivio norvegese di materiali biologici.

Vale la pena notare che la Dott.ssa Schwarzbaum studia da molti anni la relazione tra il processo allergico e lo sviluppo tumorale. Durante i suoi esperimenti, è stato accertato il ruolo delle citochine, strutture proteiche che stabiliscono la comunicazione tra le cellule del sistema immunitario. Sulla base dei risultati del suo ultimo progetto, la dottoressa ha ipotizzato che una reazione allergica fornisca una certa protezione contro il processo maligno, proprio aumentando la quantità di citochine.

Un'analisi dei campioni di sangue dei pazienti ha rivelato che nella fase iniziale dello sviluppo del cancro si verifica un'alterazione del rapporto tra le singole citochine. A causa di questa alterazione, l'immunità si indebolisce, consentendo alla neoplasia di svilupparsi attivamente.

"È stato osservato che un paio di anni prima che vengano rilevati i primi segni di glioma, si può osservare una marcata interruzione del rapporto citochinico. È possibile che questo sia il meccanismo all'origine e allo sviluppo del processo canceroso", affermano con convinzione gli scienziati.

Le alterazioni delle citochine sono importanti non solo per una diagnosi corretta, ma anche per lo sviluppo di un piano terapeutico efficace per l'oncologia cerebrale: la stimolazione regolare delle difese immunitarie può aiutare nella lotta contro i tumori.

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