I problemi cardiaci scatenano la malattia di Alzheimer

I problemi cardiaci aumentano il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer, secondo gli esperti del centro medico di un'università di ricerca privata del Tennessee. Gli scienziati hanno analizzato i risultati di uno studio iniziato 67 anni fa, che esaminava i fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari.

Per 11 anni, gli specialisti hanno monitorato la salute dei volontari che hanno preso parte al progetto, dopodiché hanno condotto un'analisi comparativa degli indicatori della funzionalità cardiaca e del rischio di demenza senile. Durante lo studio, si è verificato un deterioramento cognitivo in 32 partecipanti, 26 dei quali hanno ricevuto una diagnosi di malattia di Alzheimer. I volontari con un indice cardiaco normale avevano meno probabilità di sviluppare demenza con l'età, rispetto a quelli con un indice cardiaco basso. Di conseguenza, gli specialisti hanno scoperto che con un indice cardiaco basso, le persone soffrivano di perdita di memoria diverse volte più spesso, rispetto ai partecipanti con un cuore sano.

In uno degli studi più recenti, gli scienziati hanno scoperto che i primi segni del morbo di Alzheimer si manifestano in giovane età. A quanto pare, la malattia progredisce molto prima di quanto si pensasse in precedenza. Secondo le previsioni, entro il 2050, 44 milioni di persone soffriranno di varie forme di declino mentale, poiché non è ancora stata scoperta una cura per questa malattia e la popolazione mondiale sta invecchiando rapidamente. Specialisti di un'università privata dell'Illinois hanno condotto uno studio sul cervello di anziani dopo la morte. Tra i soggetti studiati c'erano persone con e senza morbo di Alzheimer. Gli specialisti hanno anche prelevato campioni da persone di età compresa tra 20 e 66 anni, per un totale di 13 campioni, mentre i partecipanti in giovane età non soffrivano di problemi di memoria al momento del decesso.

Come hanno dimostrato i test, con lo sviluppo dell'Alzheimer, una proteina tossica (beta-amiloide) inizia ad accumularsi nel cervello, a partire dai 20 anni circa (in precedenza si riteneva che la proteina iniziasse ad accumularsi 15-20 anni prima della comparsa dei sintomi della malattia). Inoltre, la stessa proteina è stata trovata nei neuroni del cervello dei giovani (questi neuroni erano responsabili della memoria e dell'attenzione).

Gli esperti sottolineano che un sonno di qualità può contribuire a prevenire il declino delle capacità mentali dovuto all'età. Come dimostrato dagli studi, dormire 8 ore al giorno favorisce la normale funzione cerebrale e le persone che trascorrono abbastanza tempo di notte non soffrono praticamente di disturbi mentali in età avanzata. Durante il sonno, le informazioni relative al giorno trascorso vengono elaborate e analizzate, contribuendo a rafforzare la memoria e a migliorare l'attività cognitiva.

Gli esperti della comunità chimica statunitense ritengono che un consumo moderato di birra possa contribuire a ridurre il rischio di malattie neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson). Questa bevanda contiene xantumolo, che ha proprietà antitumorali e antiossidanti.

Secondo gli esperti, i disturbi neurodegenerativi sono causati dal processo ossidativo nelle cellule nervose e lo xantumolo è in grado di proteggere le cellule cerebrali da questo tipo di danni.

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