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Inizia la prima sperimentazione clinica di un vaccino antifumo
Ultima recensione: 01.07.2025
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I ricercatori americani stanno per completare il loro lavoro per creare un vaccino contro il fumo. La sua efficacia sarà garantita dall'uso di nanoparticelle. Le molecole di nicotina non saranno in grado di raggiungere il cervello e fumare una sigaretta non sarà più piacevole.
Gli specialisti della giovane azienda americana Selecta Biosciences, fondata da dipendenti dell'Università di Harvard e del Massachusetts Institute of Technology, riferiscono di aver avviato le sperimentazioni cliniche del primo vaccino antifumo nella storia della medicina, per il quale saranno utilizzate nanoparticelle sintetiche.
Il vaccino è stato chiamato SEL-068. L'essenza di questa invenzione rivoluzionaria è la creazione di nanoparticelle sintetiche in grado di riconoscere le molecole di nicotina nel sangue e di legarsi ad esse. Le nuove molecole che si formano a seguito di tale fusione diventano troppo grandi per superare la barriera emato-encefalica, di conseguenza non riescono a penetrare nel cervello e ad agire sui recettori della sua corrispondente area.
Gli esperimenti sugli animali da laboratorio hanno dimostrato l'elevata efficacia di SEL-068 e ora, nella prima fase degli studi clinici, gli autori del vaccino dovranno dimostrarne la sicurezza nel trattamento delle persone con dipendenza da nicotina.
Gli autori avvertono che, a differenza degli attuali metodi di sostituzione del fumo che utilizzano cerotti alla nicotina, gomme da masticare alla nicotina e preparati speciali che forniscono una piccola quantità di nicotina all'organismo e alleviano i sintomi dell'astinenza, i fumatori che decidono di "vaccinarsi" con il nuovo farmaco dovranno sopportare tutte le sensazioni spiacevoli associate all'abbandono di questa cattiva abitudine.
Il fatto è che SEL-068 blocca quasi completamente il flusso di nicotina nel cervello e anche se un fumatore decide di fare un paio di tiri di sigaretta, non proverà il sollievo desiderato.
Tuttavia, il vantaggio del nuovo farmaco non è solo la sua “radicalità”, ma anche il suo basso costo di produzione.