L'elisir di giovinezza sui primati ha dimostrato di essere sicuro

La rapamicina è un farmaco immunosoppressore che, diversi anni fa, gli scienziati hanno scoperto avere la capacità di prolungare la vita dei roditori. Secondo gli scienziati, questo farmaco è una sorta di elisir di giovinezza; esperimenti hanno dimostrato che l'uso regolare prolunga la vita dei roditori e la scoperta ha suscitato grande interesse nell'intera comunità scientifica.

Gli studi sul nuovo farmaco sono stati condotti nel 2009, quando gli specialisti non erano ancora in grado di dire se la rapamicina fosse sicura per un uso a lungo termine o se l'uso a lungo termine potesse portare allo sviluppo di effetti collaterali metabolici.

Dal 2009 gli effetti della rapamicina sono stati studiati sulle scimmie e gli scienziati hanno recentemente affermato che questo esclusivo rimedio anti-invecchiamento potrebbe non rappresentare un pericolo per l'organismo se usato a lungo termine e causare effetti collaterali minimi.

Lo studio ha coinvolto primati sani, ai quali gli scienziati hanno somministrato dosi del farmaco appropriate all'età e al peso per diversi anni. Di conseguenza, gli scienziati hanno scoperto che il farmaco non solo non causa forti reazioni metaboliche, ma è anche ben tollerato dai primati. L'autrice principale del progetto di ricerca, Corina Ross, ha osservato che gli esperimenti con le scimmie, che hanno funzionato come modello scientifico dell'invecchiamento umano, hanno permesso di valutare l'efficacia del trattamento (che sostanzialmente sembra un'interferenza nella natura umana). Uno dei ricercatori che ha preso parte al lavoro osserva che i risultati con i primati sono davvero incoraggianti; i primati, nonostante alcune somiglianze con gli esseri umani, rappresentano un modello unico e diverso dagli esseri umani, ma sono i primati che ci permetteranno di valutare la sicurezza e l'efficacia della rapamicina.

Il National Institute on Aging ha elogiato il lavoro del team di ricerca di Corinna Ross e ha assegnato al team un finanziamento di 2,7 milioni di dollari per condurre nuove ricerche in questo settore, il cui inizio è previsto già questo mese.

Secondo il capo specialista del dipartimento di ricerca di medicina molecolare dell'Università di Barshop, il lavoro dei suoi colleghi rappresenta senza dubbio un passo importante verso lo sviluppo di nuovi metodi per prolungare la giovinezza umana, ritardare le malattie legate all'età e migliorare la salute dei pazienti anziani.

La rapamicina è oggi ampiamente utilizzata in trapianti come immunosoppressore. Il farmaco aiuta a prevenire il rigetto degli organi dei donatori dopo l'intervento chirurgico. Nonostante il suo ampio utilizzo in medicina, gli scienziati continuano a studiarne le proprietà. È importante notare che, oltre a prolungare la vita, la rapamicina aumenta il rischio di sviluppare il diabete.

Gli esperti hanno scoperto che il farmaco agisce su due proteine presenti nell'organismo, una delle quali contribuisce a prolungare la vita, mentre l'altra può provocare lo sviluppo del diabete. Gli scienziati hanno quindi affermato che se riuscissero a bloccare l'effetto del farmaco sulla seconda proteina, la probabilità di effetti collaterali si ridurrebbe notevolmente.

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