È stato identificato uno dei segnali di morte imminente

Gli esperti affermano che un adulto che ha perso l'olfatto ha tutte le probabilità di morire improvvisamente.

L'Huffington Post richiama l'attenzione sul fatto che solo pochi anni fa i medici associavano la perdita dell'olfatto al morbo di Alzheimer. Ma uno degli ultimi esperimenti scientifici ha fornito nuove informazioni: a quanto pare, questo non è del tutto vero. La perdita dell'olfatto non è solo un segno del morbo di Alzheimer, ma anche un sintomo dell'avvicinarsi della morte.

"Anosmia" è il termine utilizzato dai medici per descrivere la perdita della capacità di percepire gli odori. Nella maggior parte dei casi, questa condizione è associata a patologie delle cavità nasali (ad esempio, sinusite) o cerebrali.

L'ultimo studio, che ha esaminato volontari di età compresa tra 40 e 90 anni, ha rilevato che un deterioramento dell'olfatto era in molti casi strettamente correlato a un rischio reale di morte imminente. Nel corso dell'esperimento decennale, più di quattrocento dei suoi partecipanti sono deceduti: un totale di circa 1.800 volontari hanno preso parte allo studio.

I ricercatori del Dipartimento di Demografia dell'Università di Stoccolma hanno esaminato lo stato di salute generale dei partecipanti e le caratteristiche funzionali del loro cervello. Hanno scoperto che il rischio di morte prematura aumentava per le persone che perdevano la capacità di distinguere gli odori durante lo studio. In termini percentuali, il rischio di morte aumentava di quasi il 20%.

"Le informazioni ottenute non possono essere attribuite alla demenza senile, inclusa l'eziologia vascolare, sebbene la demenza e la perdita dell'olfatto siano state spesso identificate prima. Innanzitutto, il rischio di morte prematura è risultato chiaramente associato all'anosmia", afferma il professor Jonas Olofsson, uno dei principali responsabili dello studio. "Nel corso di ulteriori esperimenti – e sicuramente lo saranno – cercheremo di chiarire il corso dei meccanismi biologici per svelare in dettaglio tutti i segreti di tale fenomeno", aggiunge il professore.

Molti scienziati, analizzando le informazioni ricevute, confermano l'ipotesi che la perdita e la diminuzione della funzione olfattiva possano essere considerate il risultato di cambiamenti nel cervello legati all'età.

Naturalmente, tali casi non includono l'anosmia associata ad alterazioni del setto nasale, con lesioni cerebrali. Inoltre, non sono rari i casi di anosmia congenita, quando i bambini nascono senza la capacità di distinguere alcun odore. L'esperimento si basava sulla perdita dell'olfatto in età adulta, senza ragioni specifiche e chiaramente comprovate. Pertanto, prima di trarre conclusioni e lanciare l'allarme sulla base dei risultati di questo studio, è necessario consultare un medico. È auspicabile che si tratti di uno specialista specifico, ad esempio un otorinolaringoiatra, che sarà in grado di fornire una risposta in merito al problema del deterioramento della funzione olfattiva.

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