Il consumo di cavoli previene lo sviluppo di infestazioni protozoarie

I componenti naturali presenti nei cavoli possono prevenire lo sviluppo di una malattia come la criptosporidiosi. Grazie a nuovi studi scientifici, gli scienziati hanno l'opportunità di portare le misure preventive per prevenire questa infezione protozoaria a un nuovo livello di efficacia.

L'infezione da Cryptosporidium è piuttosto comune tra i bambini piccoli, soprattutto quelli costretti a vivere in condizioni igieniche sfavorevoli. La malattia causa grave diarrea nei neonati e la criptosporidiosi ricorrente porta a deterioramento cognitivo e ritardo della crescita nei bambini. L'infezione è particolarmente pericolosa per i pazienti immunodepressi, in particolare quelli sottoposti a chemioterapia o emodialisi, che hanno contratto l'HIV o sono stati sottoposti a trapianto.

In precedenza, per trattare la criptosporidiosi veniva utilizzato un solo farmaco, il nitazoxanide. Questo farmaco non è efficace in tutti i casi e non è affatto efficace per il trattamento dei pazienti affetti da HIV. Per questo motivo, gli scienziati si sono posti l'obiettivo di trovare un farmaco più efficace e al contempo accessibile.

Precedenti esperimenti hanno dimostrato che i pazienti con livelli più elevati di indoli – composti organici eterociclici – nelle feci sono più resistenti alle infezioni. Nel loro nuovo lavoro, i ricercatori hanno tracciato esattamente come gli indoli prevengono lo sviluppo della criptosporidiosi. Gli scienziati hanno infettato roditori con Cryptosporidium in laboratorio, causando lesioni nell'intestino tenue.

Successivamente, per 14 giorni, a metà dei roditori è stato offerto cibo privo di indolo, mentre all'altra metà è stato offerto cibo ricco di indolo-3-carbinolo. Questo composto fitochimico è presente nelle verdure della famiglia dei cavoli, ad esempio nel cavolo cappuccio bianco, nel cavolfiore e nei broccoli. La sostanza ha la capacità di stimolare il recettore proteico degli idrocarburi arilici, responsabile della preservazione della qualità dell'epitelio intestinale e della prevenzione dell'introduzione di un agente infettivo.

Secondo i risultati dello studio, i roditori che consumavano indolo presentavano bassi livelli di Cryptosporidium nell'intestino rispetto agli animali che consumavano alimenti privi di indolo. Inoltre, nelle femmine in allattamento che consumavano cavoli, i cuccioli appena nati risultavano protetti contro la criptosporidiosi.

Secondo i ricercatori, i farmaci contenenti indolo, abbinati a una dieta appropriata, dovrebbero essere somministrati a scopo profilattico alle persone che vivono in condizioni igienico-sanitarie sfavorevoli o in regioni ad alto rischio di infezioni da protozoi. Si raccomanda l'assunzione di tali preparati e l'adesione alla dieta per le madri che allattano.

Fonte di informazione cELL