Diete elementari

Dal punto di vista della teoria della nutrizione adeguata, le diete elementari sono difettose per molte ragioni, in particolare perché alterano le proprietà e il rapporto tra flussi nutritivi (trofici) e tossici a causa della perdita delle funzioni protettive della digestione a membrana e delle alterazioni endoecologiche. Infatti, negli organismi monogastrici (incluso l'uomo), la nutrizione batterica si basa sull'utilizzo di componenti alimentari prevalentemente non utilizzabili o lentamente assimilabili dai macrorganismi. La digestione a membrana, implementata da enzimi localizzati nell'orletto a spazzola inaccessibile ai batteri, impedisce loro di assorbire i nutrienti e garantisce la sterilità del processo. Tale sterilità può essere considerata un adattamento del macroorganismo alla coesistenza con la flora batterica intestinale e un fattore che garantisce l'assorbimento preferenziale dei nutrienti da parte del macroorganismo. Se il cibo viene introdotto nell'organismo sotto forma di monomeri, la digestione a membrana non funziona come meccanismo protettivo. In questo caso, i batteri si trovano in condizioni estremamente favorevoli per la loro riproduzione a causa dell'eccesso di elementi facilmente digeribili nell'intestino tenue, che porta a un'alterazione dell'endoecologia, a un aumento del flusso di sostanze tossiche e alla perdita di numerose sostanze da parte del macroorganismo, comprese quelle essenziali. Studiando gli effetti della nutrizione monomerica, noi, e in seguito molti altri ricercatori, abbiamo registrato disbatteriosi e ulteriore deaminazione degli amminoacidi.

L'uso prolungato di diete monomeriche ha conseguenze negative. Queste conseguenze includono, in particolare, un rallentamento della crescita e una riduzione del peso corporeo degli animali, un'aumentata escrezione di ammoniaca, una ridotta escrezione di elettroliti, lo sviluppo di anemia emolitica, ecc. È stato inoltre recentemente dimostrato che con l'uso prolungato di diete elementari, alcuni farmaci introdotti nell'organismo vengono trasformati in forme tossiche. Inoltre, le diete monomeriche portano a una riduzione del carico funzionale sui sistemi enzimatici del tratto gastrointestinale, che si accompagna a un'interruzione della sintesi di numerosi enzimi necessari per il normale funzionamento dell'organismo. Inoltre, a causa dell'elevata attività osmotica delle diete elementari, la distribuzione dei fluidi tra il sangue e l'ambiente enterico viene interrotta a causa del passaggio dei fluidi dal sangue all'intestino.

Tuttavia, in alcune forme di malattia e in determinate condizioni, le diete elementari e prive di elementi nutritivi possono essere molto utili. In particolare, in caso di difetti congeniti e acquisiti dei sistemi enzimatici dell'intestino tenue, è consigliabile escludere dalla dieta quelle sostanze (ad esempio, lattosio, saccarosio, ecc.) la cui idrolisi è compromessa. Le diete elementari possono essere utilizzate in caso di vari effetti estremi che causano disturbi del tratto gastrointestinale. In questo caso, l'inadeguatezza, ad esempio l'imitazione delle proteine da parte di un insieme di determinati amminoacidi, non si manifesta immediatamente, ma dopo un certo intervallo di tempo, durante il quale questi amminoacidi possono fungere da sostituti a pieno titolo delle proteine. Probabilmente, le conseguenze negative delle diete elementari sono associate a un cambiamento nella composizione batterica o almeno a un cambiamento nelle proprietà della popolazione batterica intestinale.

Le diete elementari o monomeriche sono importanti in condizioni patologiche in cui si verifica una repressione della sintesi e dell'inclusione degli enzimi nella membrana cellulare intestinale che svolgono le fasi finali della digestione. In questo caso, l'assorbimento degli amminoacidi e degli esosi che fanno parte degli oligomeri non si verifica. Tali fenomeni possono essere osservati, in particolare, sotto l'influenza di fattori di stress. In questo caso, gli amminoacidi possono essere utilizzati per mantenere un bilancio azotato soddisfacente, negativo in condizioni di stress, caratterizzato da perdita di proteine. Tale bilancio azotato negativo si verifica a causa della gluconeogenesi. Abbiamo ottenuto risultati che ampliano le idee classiche sull'origine del bilancio azotato negativo, pubblicate nel 1972. Gli scienziati hanno scoperto che in condizioni di stress si verifica una diminuzione del livello di attività delle disaccaridasi e in particolare delle peptidasi dell'intestino tenue a causa dell'inibizione dell'inclusione degli enzimi nella membrana apicale delle cellule intestinali, che porta a un indebolimento dell'assimilazione dei carboidrati e principalmente delle proteine. Pertanto, sotto stress, il bilancio azotato negativo è causato non solo dalla distruzione, ma anche da un apporto insufficiente di aminoacidi nell'ambiente interno dell'organismo. Di conseguenza, in diverse condizioni di stress, esiste un modo efficace per correggere il metabolismo proteico introducendo nella dieta, al posto delle proteine che non vengono assorbite, miscele di aminoacidi che le imitano.

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