Iodio nelle urine

I valori di riferimento (norma) dell'escrezione di iodio nelle urine sono 100-500 μg/l.

Lo iodio è un microelemento presente in natura in tracce. Il contenuto di iodio nell'acqua potabile è insignificante, quindi la maggior parte di questo microelemento entra nel corpo umano con gli alimenti. La concentrazione più elevata di iodio si trova nei frutti di mare (circa 800 μg/kg); le alghe sono particolarmente ricche di iodio. L'olio di pesce contiene molto iodio. Di solito, latte, uova, carne e cereali sono fonti di iodio per l'organismo. L'assunzione giornaliera necessaria di iodio dipende dall'età, attestandosi a 40 μg/giorno per i neonati e 150 μg/giorno per gli adulti. Durante la gravidanza, il fabbisogno di iodio aumenta fino a circa 200 μg/giorno.

Lo iodio, che entra nell'organismo con gli alimenti sotto forma di ioduro, viene assorbito nel tratto gastrointestinale. Dal sangue, penetra facilmente in vari organi e tessuti, depositandosi parzialmente nei lipidi. La maggior parte dello iodio (fino al 10-20%) viene assorbita selettivamente dalla tiroide. Lo iodio viene escreto dall'organismo principalmente attraverso i reni (fino al 70-90%).

Dopo essere entrato nel sangue, lo iodio inorganico viene attivamente catturato dalla tiroide, dove la sua concentrazione è 30-40 volte superiore a quella nel sangue. Lo ioduro concentrato nella tiroide viene ossidato a iodio molecolare, che si lega rapidamente ai resti di tireoglobulina, formando monoiodotirosina e diiodotirosina (fase di organificazione dello iodio). Nella fase di condensazione, due diiodotirosine si combinano per formare T4 _o una mono- e una diiodotirosina per formare T3 _. Il principale fattore che regola la sintesi degli ormoni tiroidei è l'ormone tireostimolante (TSH). Agisce su tutte le fasi del metabolismo dello iodio: aumenta la capacità della tiroide di concentrare lo iodio dal sangue, accelera la iodurazione e la formazione di ormoni dalla molecola di tireoglobulina, modifica i siti di iodurazione nella tireoglobulina con formazione predominante di T3 _e attiva le cisteine proteinasi e le catepsine, che scompongono la tireoglobulina.

Quando c'è una carenza di iodio nell'organismo, la produzione di ormoni tiroidei diventa insufficiente, il che ha numerose conseguenze, raggruppate nel termine "stati di carenza di iodio". Tali conseguenze includono gozzo, ipotiroidismo, ritardo dello sviluppo, disturbi riproduttivi, ecc.

Fino al 90% dello iodio ingerito si ritrova nelle urine, quindi l'escrezione urinaria di iodio è correlata allo stato di iodio. La concentrazione urinaria di iodio può fungere da indicatore che ne riflette adeguatamente il consumo. Numerosi studi hanno dimostrato che la concentrazione di iodio in una singola porzione di urina è ben correlata al livello di iodio nelle urine delle 24 ore. Tuttavia, i livelli di iodio negli individui variano quotidianamente e persino durante il giorno e pertanto non possono riflettere lo stato di iodio dell'intera popolazione. L'analisi dello iodio nelle urine è adatta solo per studi epidemiologici. Il numero minimo di campioni dovrebbe essere di almeno 60. A causa della distribuzione molto irregolare dei livelli di iodio nelle urine dei soggetti, è meglio stimare la mediana dell'escrezione urinaria di iodio piuttosto che il valore medio. Se la mediana supera i 100 μg/L, non vi è alcuna carenza di iodio in questa popolazione.

Il Comitato Internazionale sui Disturbi da Carenza di Iodio e l'OMS distinguono tre gradi di gravità della carenza di iodio in base al livello mediano di iodio nelle urine: 99-55 μg/L - lieve; 49-20 μg/L - moderata; inferiore a 20 μg/L - grave. Quando una quantità eccessiva di iodio entra nell'organismo di una persona con normale funzionalità tiroidea, la sintesi degli ormoni tiroidei diminuisce transitoriamente (per circa 48 ore). L'effetto inibitorio acuto dello iodio sulla sintesi degli ormoni tiroidei è chiamato effetto Wolff-Chaikoff ed è associato a un aumento della concentrazione di iodio nella tiroide stessa. Successivamente, nonostante l'assunzione continua di grandi quantità di iodio, la sintesi degli ormoni tiroidei viene ripristinata, garantendo uno stato eutiroideo (dovuto a una riduzione dell'assorbimento di ioduro da parte della tiroide). Nonostante l'esistenza di tale meccanismo adattativo, l'eccesso di iodio può causare ipotiroidismo con o senza gozzo, nonché ipertiroidismo nei soggetti predisposti.

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