Ozena - Cause e patogenesi

La ragione dello sviluppo dell'ozena è ancora poco chiara. Esistono molte teorie sulla sua origine:

• alimentare - una delle teorie più diffuse è che le persone che vivono in scarse condizioni igienico-sanitarie e mangiano male hanno maggiori probabilità di ammalarsi;
• teoria dell'avitaminosi - carenza di vitamine A e D, secondo altri dati - K e del gruppo B;
• anatomico - basato sulle caratteristiche strutturali del cranio, della cavità sinusale e del rinofaringe;
• ereditario;
• infettivo - il ruolo principale è svolto da una varietà di microflora, seminata dal muco nasale dei pazienti con ozaena (Corynebacterium, Proteus), ma la semina più frequente è Klebsiella pneumoniae ozaenae; a cui viene attribuito un ruolo di primo piano in questa patologia;
• non infettivo (neurodistrofico) - nello sviluppo dell'ozena il ruolo principale è svolto da un disturbo del sistema autonomo ed endocrino o dell'innervazione simpatica, che porta a processi distrofici nella cavità nasale; i disturbi trofici portano successivamente a osteomalacia, riassorbimento osseo e metaplasia epiteliale.

Dalla fine del XIX secolo, la teoria infettiva è diventata dominante. Nel 1885, Lowenberg scoprì un diplococco capsulare in pazienti affetti da ozena e, nel 1893, Abel isolò questo microrganismo in coltura pura, ne studiò le proprietà e lo chiamò Bacillus mucosas ozaenae. Attualmente, la teoria infettiva e il ruolo di Klebsiella pneumoniae ozaenae possono essere considerati dimostrati.

Patogenesi dell'ozena

Il processo inizia con l'ingresso di Klebsiella pneumoniae ozaenae sulla superficie della mucosa della cavità nasale, a volte anche in altre parti delle vie respiratorie superiori. Il microrganismo è dotato di una capsula e si localizza solo sulla superficie della mucosa, causandone l'infiammazione. Il processo infiammatorio, nel primo periodo, piuttosto lungo, ha una forma catarrale ed è caratterizzato da una significativa secrezione mucosa liquida, fino a 4 litri al giorno. Successivamente, compare una secrezione mucopurulenta con un gran numero di leucociti e linfociti, oltre agli stessi batteri capsulari.

Successivamente la secrezione diventa densa, viscosa e appiccicosa, per cui tende a trattenersi nella cavità nasale e a formare delle croste, poiché in questo periodo la respirazione nasale non è ancora compromessa.

Contemporaneamente, i ceppi virulenti di Klebsiella pneumoniae ozaenae sintetizzano una grande quantità di polisaccaride capsulare sulla superficie della mucosa, il che provoca un disturbo trofico dovuto all'effetto sui vasi (le loro pareti si infiammano, il lume si restringe).

Successivamente, la Klebsiella pneumoniae ozaenae provoca disbatteriosi nella cavità nasale, un lento deterioramento della nutrizione del tessuto osseo e della mucosa, che porta alla progressione del processo distrofico, accompagnato da secchezza, difficoltà nella respirazione nasale, dilatazione della cavità nasale, un gran numero di croste con un odore sgradevole caratteristico solo dell'ozena (fetido, dolciastro, nauseabondo).

L'oena è caratterizzata da atrofia di tutti i tessuti delle pareti della cavità nasale, assottigliamento della mucosa e dei vasi sanguigni. Con l'ozena, la metaplasia dell'epitelio colonnare è nettamente marcata, degenera completamente in un appiattimento, desquama e forma la base per le croste. L'epitelio cheratinizzato è impermeabile ai liquidi, quindi, anche in presenza di un gran numero di ghiandole, la mucosa non viene ammorbidita dal muco. Nello strato subeliteale attorno alle ghiandole e ai vasi sanguigni, si osserva una marcata infiltrazione leucocitaria. Il numero di ghiandole diminuisce, venendo sostituite da tessuto connettivo. Il tessuto cavernoso si svuota, e nei vasi si osserva un processo simile all'endoarterite obliterante. Lo strato osseo delle conche nasali contiene un gran numero di osteoclasti, cellule che dissolvono l'osso. La base ossea delle conche si dissolve e viene sostituita da tessuto connettivo. La distruzione delle proteine è accompagnata dalla formazione di indolo, scatolo e idrogeno solforato, che determina il cattivo odore proveniente dal naso.

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