Risposta allo stress

Le emergenze (ES), sia dal punto di vista sociale che biologico, rappresentano una compromissione della stabilità e dell'integrità del sistema individuo-macro e microambiente sociale. Il fatto che un particolare evento diventi un'ES e la gravità delle sue conseguenze dipendono da molti fattori. Il più importante di questi è l'intensità dello stressore. La predisposizione genetica gioca un ruolo significativo nella risposta individuale alle ES. Anche l'età è considerata un fattore significativo che influenza la capacità di resistere allo stress. Si ritiene che solo una piccola percentuale di bambini (10%) abbia un basso livello di reattività del SNC, mentre la restante parte, al contrario, si distingue per un'elevata reattività, quindi la reazione allo stress sarà diversa per ogni individuo. Anche la premorbilità influenza l'insorgenza di disturbi mentali. Un trauma pregresso gioca un ruolo particolare.

Il fatto che una situazione di emergenza reale diventi un fattore di stress (stressor) dipende da diversi fattori: il fattore della repentinità o del verificarsi previsto di una situazione di emergenza è di grande importanza. Una situazione di emergenza imprevista comporta perdite significative, mentre una situazione di emergenza prevista consente di ridurre al minimo le perdite umane e i danni materiali.

Va sottolineato che il ruolo primario nell'insorgenza di disturbi mentali non è giocato dall'emergenza in sé (il grado di minaccia reale), ma da come l'individuo la percepisce. A volte la reazione allo stress può essere infondata (ad esempio, il "tremore" su un aereo), ma nonostante ciò, ha un impatto estremamente forte.

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Come si manifesta la reazione acuta allo stress?

Di norma, una persona risponde al verificarsi di una situazione particolare, familiare o in una certa misura prevedibile, con una reazione olistica allo stress: azioni coerenti che in ultima analisi determinano il comportamento. Questa reazione allo stress è una complessa combinazione di modelli filogenetici e ontogenetici basati sugli istinti di autoconservazione, riproduzione, tratti di personalità mentali e fisici, l'idea che l'individuo ha del proprio standard di comportamento (desiderato e reale), le idee dell'ambiente microsociale sugli standard di comportamento di un individuo in una particolare situazione e i fondamenti della società.

In un evento che mette a rischio la vita, la reazione immediata allo stress è determinata principalmente dagli istinti (conservazione, procreazione) e dai tratti della personalità (mentali e fisici). L'idea dello standard di comportamento reale e desiderato, tenendo conto dell'ambiente microsociale, inizia a essere presa in considerazione nelle fasi successive della risposta all'emergenza.

I disturbi mentali, che si verificano più spesso subito dopo un'emergenza, costituiscono una reazione acuta allo stress. Esistono due possibili varianti di tale reazione.

Il più delle volte, la reazione allo stress è un'agitazione psicomotoria acuta, che si manifesta con movimenti inutili, rapidi, a volte senza scopo. Le espressioni facciali e i gesti della vittima diventano eccessivamente vivaci. Si verifica un restringimento della capacità di attenzione, che si manifesta con la difficoltà a mantenere un gran numero di idee nell'ambito dell'attività volontaria intenzionale e nella capacità di operare con esse. Si riscontra difficoltà a concentrare l'attenzione (selettiva): i pazienti si distraggono molto facilmente e non possono fare a meno di prestare attenzione a varie interferenze (soprattutto sonore) e hanno difficoltà a percepire le spiegazioni. Inoltre, vi sono difficoltà nel riprodurre le informazioni ricevute nel periodo post-stress, il che è molto probabilmente associato a una violazione della memoria a breve termine (intermedia, buffer). La velocità del linguaggio accelera, la voce diventa forte, scarsamente modulata; sembra che le vittime parlino costantemente a voce alta. Le stesse frasi vengono spesso ripetute, a volte il discorso inizia ad assumere il carattere di un monologo. I giudizi sono superficiali, a volte privi di significato semantico.

Per le vittime con agitazione psicomotoria acuta, è difficile mantenere una posizione: si sdraiano, poi si alzano, poi si muovono senza meta. Si osserva tachicardia, aumento della pressione sanguigna, non accompagnato da un peggioramento delle condizioni o da mal di testa, vampate di calore al viso, sudorazione eccessiva e talvolta sensazione di sete e fame. Allo stesso tempo, si possono riscontrare poliuria e aumento della frequenza delle evacuazioni intestinali.

L'espressione estrema di questa variante è quando una persona abbandona rapidamente il luogo dell'incidente, senza tener conto della situazione che si è creata. Ci sono casi in cui durante un terremoto le persone si sono lanciate dalle finestre dei piani superiori degli edifici e sono morte precipitando, mentre i genitori si sono salvati dimenticando i figli (i padri). Tutte queste azioni sono state causate dall'istinto di autoconservazione.

Nel secondo tipo di reazione acuta da stress, si verifica un brusco rallentamento dell'attività mentale e motoria. Contemporaneamente, si verificano disturbi di derealizzazione, che si manifestano in una sensazione di alienazione dal mondo reale. Gli oggetti circostanti iniziano a essere percepiti come alterati, innaturali e, in alcuni casi, irreali, "senza vita". È probabile anche un cambiamento nella percezione dei segnali sonori: le voci delle persone e altri suoni perdono le loro caratteristiche (individualità, specificità, "succosità"). Si verificano anche sensazioni di una distanza alterata tra i vari oggetti circostanti (gli oggetti situati a una distanza più ravvicinata vengono percepiti come più grandi di quanto non siano in realtà): metamorfopsia.

In genere, le vittime di questo tipo di reazione acuta da stress rimangono sedute a lungo nella stessa posizione (dopo un terremoto vicino alla loro casa distrutta) e non reagiscono a nulla. A volte la loro attenzione è completamente assorbita da cose inutili o completamente inutilizzabili, ovvero si verifica iperprosexia, che si manifesta esteriormente con distrazione e apparente ignoranza di importanti stimoli esterni. Le persone non cercano aiuto, non esprimono attivamente lamentele durante la conversazione, parlano a bassa voce, mal modulata e, in generale, danno l'impressione di essere devastate, emotivamente evirate. La pressione sanguigna raramente aumenta, la sensazione di sete e fame è attenuata.

Nei casi più gravi, si sviluppa uno stato di torpore psicogeno: la persona giace con gli occhi chiusi, non reagisce all'ambiente circostante. Tutte le reazioni del corpo allo stress sono rallentate, la pupilla reagisce lentamente alla luce. Il respiro rallenta, diventa silenzioso, superficiale. Il corpo sembra cercare di proteggersi dalla realtà il più possibile.

Una reazione acuta allo stress è determinata principalmente dall'istinto di autoconservazione e, nelle donne, in alcuni casi, prende il sopravvento l'istinto di procreazione (vale a dire, una donna cerca prima di tutto di salvare i suoi figli indifesi).

Va notato che subito dopo che una persona ha sperimentato una minaccia per la propria incolumità o quella dei propri cari, in alcuni casi inizia a consumare grandi quantità di cibo e acqua. Si notano un aumento dei bisogni fisiologici (minzione, defecazione). Il bisogno di intimità (solitudine) durante lo svolgimento di atti fisiologici scompare. Inoltre, subito dopo l'emergenza (nella cosiddetta fase di isolamento), il "diritto del più forte" inizia a operare nei rapporti tra le vittime, ovvero inizia un cambiamento nella moralità dell'ambiente microsociale (deprivazione morale).