Dolore acuto e cronico

Il primo tipo è il dolore acuto causato da un danno tissutale che diminuisce con la guarigione. Il dolore acuto ha un esordio improvviso, una breve durata, una localizzazione chiara e si manifesta quando esposto a intensi fattori meccanici, termici o chimici. Può essere causato da infezioni, lesioni o interventi chirurgici, dura diverse ore o giorni ed è spesso accompagnato da sintomi come aumento della frequenza cardiaca, sudorazione, pallore e insonnia. Il dolore acuto (o dolore nocicettivo) è un dolore associato all'attivazione dei nocicettori dopo un danno tissutale, che corrisponde al grado di danno tissutale e alla durata dei fattori lesivi, per poi regredire completamente dopo la guarigione.

Il secondo tipo, il dolore cronico, si sviluppa a seguito di danni o infiammazioni a carico di tessuti o fibre nervose, persiste o si ripresenta per mesi o addirittura anni dopo la guarigione, non ha una funzione protettiva e causa sofferenza al paziente, non è accompagnato dai sintomi caratteristici del dolore acuto. Il dolore cronico insopportabile ha un impatto negativo sulla vita psicologica, sociale e spirituale di una persona. Con la continua stimolazione dei recettori del dolore, la soglia della loro sensibilità diminuisce nel tempo e anche gli impulsi non dolorosi iniziano a causare dolore. I ricercatori associano lo sviluppo del dolore cronico al dolore acuto non trattato, sottolineando la necessità di un trattamento adeguato. Il dolore non trattato comporta successivamente non solo un onere finanziario per il paziente e la sua famiglia, ma comporta anche ingenti costi per la società e il sistema sanitario, tra cui periodi di ospedalizzazione più lunghi, riduzione della capacità lavorativa, visite multiple in ambulatori (poliambulatori) e pronto soccorso. Il dolore cronico è la causa più comune di disabilità parziale o completa a lungo termine.

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