Proteina C-reattiva ultrasensibile nel sangue

Per lungo tempo, si è ritenuto che un aumento della concentrazione di proteina C-reattiva superiore a 5 mg/l fosse clinicamente significativo, mentre valori inferiori indicavano l'assenza di una risposta infiammatoria sistemica. Successivamente, è stato dimostrato che valori di concentrazione di PCR superiori a 3 mg/l rappresentano un segno prognostico sfavorevole associato al rischio di complicanze vascolari in persone apparentemente sane e in pazienti con malattie cardiovascolari. A tale proposito, sono stati sviluppati sistemi di test e kit di reagenti ultrasensibili basati sulla modifica dei metodi immunoturbidimetrici e immunonefelometrici con immobilizzazione di anticorpi su particelle di lattice. Questi metodi presentano una sensibilità analitica circa 10 volte superiore rispetto a quelli tradizionali e consentono di registrare fluttuazioni minime nella concentrazione di proteina C-reattiva nel sangue anche entro i limiti dei valori di riferimento "tradizionali".

Lo sviluppo di sistemi di test ultrasensibili è associato all'emergere nella pratica clinica del termine "livello basale di PCR", ovvero la concentrazione di proteina C-reattiva nel siero sanguigno, rilevabile stabilmente in individui apparentemente sani, così come in pazienti in assenza di un processo infiammatorio acuto o al di fuori di una riacutizzazione della malattia. È per determinare il livello basale di proteina C-reattiva che vengono utilizzati metodi di analisi altamente sensibili. Il valore del livello basale di proteina C-reattiva è di grande importanza pratica, poiché è direttamente correlato al rischio di sviluppare gravi malattie cardiovascolari e relative complicanze, come infarto del miocardio e ictus. Con una concentrazione di PCR nel sangue inferiore a 1 mg/l, il rischio di sviluppare complicanze vascolari è minimo, 1,1-1,9 mg/l - basso, 2,0-2,9 mg/l - moderato, superiore a 3 mg/l - alto. Un aumento della concentrazione di PCR nel siero sanguigno riflette l'attività dell'infiammazione, che è associata all'attività dell'ateromatosi anche prima dello sviluppo di infarto miocardico o ictus. A questo proposito, un aumento della concentrazione di PCR dovrebbe essere considerato un segno di aterosclerosi. Nei pazienti con coronaropatia, un livello inizialmente elevato di PCR dovrebbe essere considerato un fattore di rischio elevato per lo sviluppo di restenosi durante l'angioplastica e di complicanze tardive dopo bypass aorto-coronarico.

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