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Tomografia della regione maxillo-facciale
Ultima recensione: 05.07.2025
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La tomografia della regione maxillo-facciale viene utilizzata nei casi in cui si riscontrano difficoltà nella valutazione dell'immagine di sommatoria sulle immagini convenzionali.
Queste difficoltà possono essere causate, in particolare, dalla complessa struttura anatomica della regione maxillo-facciale. L'esame stratigrafico viene eseguito in caso di patologie dei seni paranasali (mascellare, labirinto etmoidale) e dell'articolazione temporo-mandibolare, per rilevare piccoli frammenti ossei attorno alla cavità oculare. Prima dell'avvento della tomografia computerizzata e della risonanza magnetica, l'esame stratigrafico delle articolazioni temporo-mandibolari era il metodo di scelta. La tomografia della mandibola viene eseguita meno frequentemente, principalmente in caso di reazioni iperplastiche pronunciate che complicano la valutazione delle condizioni del tessuto osseo.
Recentemente, la tomografia è stata spesso sostituita dalla zonografia, un esame a strati con un angolo di rotazione del tubo di 8°. Lo spessore di strato è di 1,5-2,5 cm, il che consente una riduzione del numero di immagini e dell'esposizione alle radiazioni, senza praticamente alcuna perdita di informazioni. L'immagine dell'area esaminata risulta più chiara e con maggiore contrasto.
La zonografia a 4-5 cm di profondità in proiezione fronto-nasale con paziente in posizione verticale è il metodo di scelta per rilevare l'effusione e valutare le condizioni della mucosa del seno mascellare.