Che cosa sono l'infezione da HIV e l'AIDS?

L'infezione da HIV è una malattia infettiva cronica causata dal virus dell'immunodeficienza umana (HIV), che colpisce le cellule del sistema immunitario, nervoso e di altri organi e sistemi dell'organismo. Con l'infezione da HIV, il sistema immunitario viene danneggiato, portando allo sviluppo della sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).

L'infezione da HIV fu identificata per la prima volta nel 1981, quando i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) segnalarono 5 casi di polmonite da Pneumocystis e 28 casi di sarcoma di Kaposi in omosessuali precedentemente sani. I test immunologici su questi pazienti rivelarono una netta diminuzione del livello di linfociti CD4. Fu formulata per la prima volta la diagnosi di sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).

In pubblicazioni successive, sono comparse descrizioni di casi di AIDS in uomini e donne eterosessuali. Il numero di donne non superava il 5% del totale dei pazienti, ma questi dati dimostravano che la via di trasmissione omosessuale non poteva essere considerata l'unica.

Le descrizioni di casi di infezione da AIDS in emofiliaci sottoposti a ripetute infusioni endovenose di emoconcentrati hanno indicato la possibilità di un'infezione non solo per via sessuale, ma anche parenterale.

Il contagio dell'AIDS tramite trasfusione di sangue intero e dei suoi preparati da donatori clinicamente sani è stata la conferma diretta dell'esistenza di una fase latente del processo infettivo.

Di notevole importanza epidemiologica furono i dati sul rilevamento dei segni clinici dell'AIDS nei tossicodipendenti che assumevano droghe per via endovenosa, che in seguito divennero il principale gruppo ad alto rischio di infezione da HIV.

Il virus dell'immunodeficienza umana (HIV) fu isolato nel 1983 dal gruppo del Professor Luc Montagnier (Istituto Pasteur, Francia) dal linfonodo di un paziente affetto da AIDS. Nello stesso anno, negli Stati Uniti, il gruppo del Professor Robert Gallo (National Cancer Institute, USA) isolò il virus dai linfociti del sangue periferico di pazienti affetti da AIDS. I due virus si rivelarono identici e nel 1987 l'OMS adottò un nome univoco: "virus dell'immunodeficienza umana" (HIV, abbreviazione inglese).

Nel 1996, al Congresso sull'AIDS di Vancouver, furono presentati i risultati dell'utilizzo della terapia antiretovirale altamente attiva (HAART) con la prescrizione di tre farmaci: due inibitori della trascrittasi inversa e un inibitore della proteasi. Oltre 2/3 dei pazienti affetti da AIDS in HAART furono dimessi dall'ospedale e poterono tornare al lavoro.

Un aspetto importante del problema è l'analisi del contesto della pandemia di HIV. Pertanto, i risultati dell'analisi degli archivi di cartelle cliniche hanno mostrato che nel periodo dal 1979 al 1982 sono stati identificati 509 pazienti con sintomi di AIDS, di cui 209 sono deceduti. Molti di questi pazienti si trovavano soprattutto nelle regioni dell'Africa centrale, dove, a giudicare dai materiali d'archivio, i pazienti affetti da AIDS erano stati osservati fin dal 1962.

Si presume che la patria ancestrale dell'HIV fosse la regione dell'Africa acquatica tropicale, corrispondente all'habitat dei cercopitechi verdi, in cui è stata dimostrata l'esistenza di un virus affine, il virus dell'immunodeficienza simiana (SIV - monkey immunodeficiency virus). Gradualmente, il virus si è adattato alle condizioni di vita nel corpo umano e il SIV si è trasformato in HIV. L'infezione zoonotica si è trasformata in un'infezione antroponotica, che ha avuto una diffusione prima sporadica, poi epidemica e infine pandemica.