Epatite autoimmune - Decorso e prognosi

Il decorso e la prognosi dell'epatite autoimmune sono estremamente variabili. Il decorso è altalenante, con episodi di peggioramento, durante i quali aumentano ittero e debolezza. L'esito dell'epatite cronica che procede in questo modo, salvo rare eccezioni, è inevitabilmente la cirrosi.

Il tasso di sopravvivenza a 10 anni è del 63%. La remissione raggiunta dopo 2 anni di terapia corticosteroidea dura fino a 5 anni in un terzo dei pazienti, mentre le ricadute si verificano in due terzi ed è necessario un secondo ciclo di trattamento. Con la somministrazione ripetuta di corticosteroidi si osservano più effetti collaterali. L'aspettativa di vita media è di 12,2 anni. Il tasso di mortalità più elevato si osserva durante i primi 2 anni, quando la malattia è più attiva. La remissione prolungata è più tipica nei casi in cui la malattia viene diagnosticata precocemente e si ottiene un'adeguata immunosoppressione. La terapia corticosteroidea prolunga la vita dei pazienti, ma la maggior parte alla fine sviluppa cirrosi allo stadio terminale.

Le donne in postmenopausa rispondono alla terapia iniziale con corticosteroidi, ma sviluppano più effetti collaterali a lungo termine.

I pazienti con HLA-B8 sono solitamente giovani, presentano una malattia più grave al momento del trattamento e le ricadute si sviluppano più spesso.

Le varici esofagee non sono un riscontro precoce comune. Tuttavia, l'emorragia da varici esofagee e l'insufficienza epatocellulare sono cause comuni di morte.

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