HPV tipo 18 nelle donne

La particolarità dell'apparato riproduttivo femminile è che i suoi organi sono per lo più localizzati all'interno del corpo e nascosti persino alla vista della donna stessa. Se i processi patologici hanno origine nelle ovaie, nella vagina, nell'utero o nelle tube di Falloppio, non necessariamente si manifesteranno immediatamente. La penetrazione di un'infezione batterica o virale e i processi infiammatori negli organi genitali interni possono manifestarsi con dolore e perdite insolite, oppure possono procedere in modo occulto. Ma l'aggiunta di un'infezione da papillomavirus nella maggior parte dei casi complica il decorso della malattia non meno della presenza di clamidia, micoplasma e altri agenti patogeni che favoriscono il processo infiammatorio.

Va detto che la probabilità di infezione da papilloma virus nelle persone in età riproduttiva di entrambi i sessi è la stessa. Tuttavia, le conseguenze di tale infezione nelle donne e negli uomini sono diverse. Il fatto che gli organi riproduttivi femminili si trovino all'interno del corpo e la loro superficie sia ricoperta da una delicata mucosa, la cui penetrazione non è difficile per i virioni, fa sì che il virus causi maggiori danni al sesso debole. Inoltre, le procedure igieniche sugli organi interni sono difficili e la pulizia naturale dell'utero e della vagina non è in grado di rimuovere completamente il virus che penetra nelle cellule.

Nella patologia virale femminile, spesso si aggiungono infezioni batteriche che indeboliscono ulteriormente l'organismo, perché per loro l'ambiente caldo e umido della vagina è un vero idillio per la vita e la riproduzione, se solo il sistema immunitario glielo permette.

Ad esempio, l'erosione cervicale, una delle patologie più frequentemente rilevate durante una visita ginecologica, potrebbe non presentare sintomi specifici. Nel 90% dei casi, la donna viene a conoscenza della diagnosi dopo un'ulteriore visita ginecologica, poiché solo in questo modo il medico può valutare le condizioni dell'apparato riproduttivo femminile. In alcune donne, con la comparsa di un focolaio erosivo-infiammatorio, le secrezioni fisiologiche naturali aumentano. Tuttavia, se non presentano un odore sgradevole e un colore giallo-verdastro sospetto, indicativo della presenza di pus, la donna potrebbe non preoccuparsene particolarmente, attribuendo il tutto all'ipotermia e alla riduzione delle difese immunitarie.

Molto meno frequentemente, il fastidio durante i rapporti sessuali, una sensazione di pesantezza al basso ventre e la comparsa di striature sanguinolente nelle perdite vaginali fisiologiche al di fuori delle mestruazioni possono indicare un danno alla mucosa uterina all'ingresso del canale cervicale. Se si manifesta dolore al basso ventre, il ciclo mestruale è interrotto e compare leucorrea maleodorante, allora non si tratta tanto dell'erosione in sé, quanto di un processo infiammatorio provocato dall'attivazione di microrganismi opportunisti nella lesione. Ma è possibile che agenti patogeni (la stessa clamidia o virus) siano penetrati nell'utero femminile.

Nelle donne con erosione cronica, nella maggior parte dei casi, l'analisi mostra la presenza di virioni HPV. Non si tratta necessariamente di tipi altamente oncogeni del virus. Di solito, viene rilevata una microflora mista: microrganismi opportunisti, micoplasma, ureaplasma, clamidia, papilloma virus (solitamente da una a quattro varietà), herpes virus. Non è facile determinare il contributo di ciascun agente patogeno al mantenimento e allo sviluppo del processo infiammatorio nella zona interessata, ma va detto che la loro presenza complica sempre la situazione e contribuisce ad aumentare le dimensioni dell'erosione.

Un processo erosivo a lungo termine può a un certo punto cambiare la sua natura e, oltre all'infiammazione nella zona interessata, il medico può notare la crescita di tessuto mucoso (displasia della cervice). Va detto che uno dei principali fattori che provocano questo processo è considerato l'infezione da papillomavirus. I focolai erosivi sono i punti più vulnerabili della mucosa dell'utero e della vagina, quindi è molto più facile per il virus penetrare nei tessuti degli organi e quindi nelle cellule.

Se negli strisci vengono rilevati tipi altamente oncogeni di papillomavirus ( HPV 18 e 16) oltre a processi displastici, che rappresentano un tumore benigno, ci si può aspettare la degenerazione di singole cellule tumorali in cellule maligne. Dopotutto, la modifica delle proprietà della cellula ospite è incorporata nel genoma dei virioni altamente oncogeni e il comportamento di tali cellule mutate non è più controllato dal sistema immunitario.

È difficile dire se il papilloma virus stesso sia in grado di causare erosione cervicale (se ciò accade, non accadrà presto). Tuttavia, è perfettamente in grado di provocare processi displastici anche in assenza di un processo erosivo, penetrando in microlesioni sulla mucosa dell'utero e della vagina, che possono verificarsi dopo aborti, rapporti sessuali attivi e essere il risultato di rapporti sessuali frequenti e promiscui. In questo caso, la displasia procederà senza alcun sintomo per molto tempo. I sintomi saranno causati solo da malattie concomitanti (processi erosivi-infiammatori, che spesso si sviluppano sullo sfondo dell'infezione da papillomavirus).

Se la causa della displasia sono i virus di tipo 16 e 18, nella metà dei casi, dopo 10 o più anni, la malattia si evolve in cancro cervicale. I medici prevedono in anticipo tale esito, quindi prescrivono sempre un'analisi specifica che consenta di identificare il virus in uno striscio (la citologia standard dello striscio non è informativa in questo senso) e di determinarne il tipo. I focolai di erosione e displasia devono essere rimossi indipendentemente dal fatto che venga rilevato un tipo altamente oncogeno di papilloma virus. Tuttavia, se viene rilevato, è obbligatorio non solo un intervento chirurgico per l'asportazione dei tessuti patologici, ma anche un monitoraggio regolare delle condizioni della mucosa uterina.

Un'altra patologia, il cui sviluppo è associato al virus papillomatoso, è la cisti ovarica. Una cisti è considerata una neoplasia benigna. Apparentemente, assomiglia a una sacca di liquido, che può persino superare le dimensioni dell'organo stesso, comprimendolo e impedendo il rilascio dell'ovulo.

I medici associano la formazione di cisti a interventi chirurgici sui genitali, malattie erosive e infiammatorie dell'utero, disturbi ormonali (nella metà dei casi), mestruazioni precoci, disturbi del ciclo, ecc. Idealmente, la neoformazione (cisti luteale formatasi dal corpo luteo e cisti follicolare formatasi in caso di mancata fuoriuscita dell'ovulo) dovrebbe risolversi spontaneamente. Le cisti emorragiche ed endometriosiche sono suscettibili di trattamento terapeutico.

Il pericolo maggiore è rappresentato dalla cisti mucinosa, che si riscontra nelle donne over 50 ed è costituita da diverse cavità a rapida crescita, e dalla cisti paraovarica, che si forma non sull'ovaio, ma sulle ovaie stesse ed è anch'essa soggetta a rapida crescita. È difficile stabilire se il papillomavirus sia correlato alla formazione di tali cisti, ma se nell'organismo sono presenti HPV 16, 18 o virioni di un altro tipo altamente oncogeno, il rischio di degenerazione di una neoplasia benigna in maligna è elevato.

Se a una donna vengono diagnosticati erosione cervicale, cisti ovariche, processi displastici nell'utero e HPV di tipo 16 o 18, i medici iniziano a lanciare l'allarme. Non si può affermare che un virus altamente oncogeno provochi necessariamente il cancro cervicale o ovarico, ma la sua presenza nell'organismo aumenta di parecchio il rischio di sviluppare una malattia mortale.

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