Stroboscopia laringea

La stroboscopia laringea è uno dei metodi più importanti per studiare i movimenti delle corde vocali, consentendo di visualizzare i loro movimenti naturali in una forma adeguata alla percezione visiva.

I moderni mezzi tecnici utilizzati per la stroboscopia laringea consentono di "rallentare" il movimento visibile delle corde vocali, di "fermarle" in qualsiasi fase del movimento, di registrare tali movimenti tramite tecnologia video e di effettuare una successiva analisi dettagliata.

Il fenomeno della stroboscopia fu scoperto nel 1823 dal fisico francese J. Plateau e, indipendentemente, nel 1833 dallo scienziato tedesco S. Stampfer. Nel 1878, il laringologo francese M. Ortel eseguì per la prima volta un esame stroboscopico della laringe durante una laringoscopia indiretta utilizzando uno specchio di Garcia.

Negli ultimi anni, grazie ai nuovi sviluppi tecnologici dell'azienda danese Bruel & Kjaer, produttrice di stroboscopi video multiuso, il problema della stroboscopia laringea ha subito ulteriori sviluppi. È importante sottolineare, tuttavia, che l'essenza del metodo stroboscopico non risiede nella modifica del movimento delle corde vocali stesse, poiché ciò è in linea di principio impossibile. Il metodo si basa esclusivamente sulle proprietà fisiologiche dell'organo visivo e sui relativi effetti luminosi, consentendo la frammentazione dell'immagine dei movimenti delle corde vocali e l'adattamento alle capacità fisiologiche dell'occhio umano.

L'effetto stroboscopico è il risultato di un fenomeno puramente fisiologico che si manifesta nel sistema visivo dell'osservatore, una sorta di illusione ottica che si verifica quando un oggetto in continuo movimento viene periodicamente illuminato.

L'essenza dell'illusione è che l'osservatore percepisce l'oggetto in questione come se si muovesse a salti, poiché il movimento intermedio dell'oggetto tra questi salti sfugge alla percezione dell'immagine complessiva di movimento fluido a causa della periodica assenza di illuminazione dell'oggetto osservato. La percezione del movimento a salti si verifica quando i periodi di assenza di illuminazione sono sufficientemente lunghi e superano un fenomeno fisiologico per l'organo della vista come la frequenza critica di fusione degli sfarfallii luminosi. Il fatto è che la percezione visiva è caratterizzata da una certa inerzia, che si manifesta nel fatto che dopo l'esposizione di un oggetto fermo, ad esempio con l'aiuto di un lampo di luce, l'osservatore "vede" questo oggetto in assenza di illuminazione per altri 0,143 s, dopodiché l'immagine scompare. Se il tempo di non illuminazione è superiore a 0,143 s, l'oggetto apparirà e scomparirà periodicamente; se la frequenza degli sfarfallii della luce è tale che il periodo di non illuminazione è inferiore al valore specificato, l'oggetto sarà percepito come costantemente illuminato, ovvero la sua percezione sarà continua.

Quanto detto sopra è vero anche per un oggetto in movimento, con l'unica differenza che durante il periodo di oscuramento l'oggetto ha il tempo di spostarsi in una nuova posizione e, se il periodo di movimento è superiore a 0,1 s, il movimento dell'oggetto sarà percepito come a scatti, se minore, come fluido e continuo.

Pertanto, la fluidità o la bruschezza del movimento di un oggetto quando viene illuminato periodicamente dipende dalla frequenza dello sfarfallio della luce e dall'inerzia dell'organo visivo, che conserva l'immagine vista per 0,1 s. Modificando la frequenza di illuminazione di un oggetto in movimento, è possibile ottenere diversi tipi di effetto stroboscopico: un lento movimento in avanti (nella direzione del movimento effettivo); l'effetto di immobilità dell'oggetto; un lento movimento all'indietro, ecc. È anche possibile ottenere l'effetto di un movimento a scatti in avanti o all'indietro, ma per questo è necessario che il periodo di non illuminazione sia maggiore di 0,1 s.

L'esame laringostroboscopico della laringe viene eseguito utilizzando dispositivi speciali chiamati stroboscopi. I moderni dispositivi stroboscopici si dividono in meccanici o ottico-meccanici, elettronici e oscillografici. Nella pratica medica, nell'ultimo decennio del XX secolo, si sono diffuse installazioni videostroboscopiche con ampie capacità multifunzionali.

In condizioni patologiche dell'apparato vocale, si possono osservare diverse immagini stroboscopiche. Nella valutazione di queste immagini, è necessario tenere conto del livello di posizione delle corde vocali, della sincronicità e simmetria (specchio) delle loro vibrazioni, della natura della loro chiusura e della colorazione timbrica della voce. I moderni dispositivi videostroboscopici consentono di registrare un'immagine stroboscopica dinamica della laringe simultaneamente al suono in registrazione e di eseguire quindi un'analisi approfondita della correlazione tra il movimento delle corde vocali e le caratteristiche frequenziali della voce emessa.

Normalmente, durante la stroboscopia, le corde vocali vengono visualizzate allo stesso livello. In alcune patologie, il più delle volte di natura funzionale, le corde vocali si trovano a livelli diversi e la piega più colpita sembra essere situata più in alto.

Questo fenomeno è rivelato solo dalla stroboscopia, che ci permette anche di identificare i cosiddetti nodi di vibrazione delle corde vocali, ovvero aree che si spostano con la massima ampiezza. È in queste aree che i cantanti o gli insegnanti sviluppano i cosiddetti noduli di canto. Con l'aiuto della stroboscopia, è possibile differenziare i movimenti delle corde vocali in base alla loro natura e forma, ovvero se vibrano per tutta la loro lunghezza o solo parzialmente, nelle sezioni anteriori o posteriori, in tutta la loro massa o solo nel bordo libero, ecc.

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